Governo alla prova del fuoco sul fronte banche. La presidenza della commissione d’inchiesta sta scatenando il putiferio sul nome del candidato dei 5 Stelle, il senatore Elio Lannutti.
Perché incute tanta paura? Come mai i signori del Palazzo stanno facendo il diavolo a quattro per farlo saltare?
Comprendere il motivo non è arduo, passando in rapida carrellata il suo pedigree.
Si potrà capire che la questione dei protocolli di Sion è solo fumo e niente arrosto, una fake news montata ad arta; così come quella del figlio, che è solo un impiegato alla Popolare di Bari, i conflitti d’interessi sono ben altri.
Come quelli, all’epoca di Etruria, in casa Boschi, con una Maria Elena oggi tutta protesa a chiedere l’impiccagione di Lannutti in pubblica piazza.
Le battaglie ingaggiate in tutta una vita, invece, sono ben altre. E’ tra i fondatori dell’Adusbef, Lannutti, la storica sigla che tutela i risparmiatori, da anni e anni in prima linea per denunciare tutte le nefandezza perpetrate ai danni dei consumatori. E’ anche tra i fondatori del più importante settimanale d’inchiesta degli anni ’80, Avvenimenti, altro presidio di controinformazione, quella autentica.
Ha avuto il ‘torto’, Lannutti, di denunciare connection e complicità negli istituti di credito, in Banca d’Italia, nelle grandi finanziarie come Goldman Sachs, anni prima del ‘dovuto’, un po’ come ha fatto un grande amico, Ferdinando Imposimato, anche lui colpevole di aver puntato l’indice contro i santuari del potere troppo presto.
Denuncia lo strapotere di chi dovrebbe controllare e non controlla, come la Consob, di tutti quegli organismi che chiudono gli occhi, complici dei saccheggiatori. Delle grandi lobby, come quella dei Bilderberg, altro presidio di intoccabili.
Insomma dà fastidio ai manovratori, rompe le scatole, alza i veli su vicende scomode, svela connection da palate di milioni.
Molti i libri firmati, come “Euro, la rapina del secolo”; “La Repubblica delle Banche”; il recente (è di un anno fa) “Morte dei Paschi di Siena”.
E “Bankster – Molto peggio di Al Capone i vampiri di Wall street e piazza Affari”, profetico volume scritto a sei mani con Rita Pennarola e Andrea Cinquegrani, come del resto rammenta Filippo Ceccarelli nel corrosivo corsivo su Repubblica. Ricorda, Ceccarelli, che Lannutti, durante il dibattito sulla fiducia, esibiva Bankster in diretta tivvù.
Rammentiamo che Bankster è stato pubblicato esattamente dieci anni fa, ad inizio 2010, da Editori Riuniti, che a dire la verità non si impegnò più di tanto per promuoverlo e distribuirlo capillarmente come sarebbe stato necessario, viste tutte le “previsioni” contenute.
E’ l’occasione, allora, di rileggere il capitolo su Bankitalia. Non fa mai male capire quanto l’istituto di vigilanza abbia costantemente disatteso i suoi compiti istituzionali, prendendo al solito per i fondelli i risparmiatori e schierandosi costantemente dalla parte dei Bankster. Senza se e senza ma.
LEGGI IL CAPITOLO DI ‘BANKSTER’ SU BANKITALIA
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