GIANCARLO ELIA VALORI / “IL FATTO” VENERA IL PIDUISTA

Da il Fattoquotidiano.it del 15 dicembre ecco la diagnosi di un luminare dell’economia.

“L’ex presidente della Sme, il più grande gruppo alimentare italiano, controllato dall’Iri: ‘Sì a un nuovo consorzio fidi per aiutare le imprese piccole e medie sottocapitalizzate. O un fondo sovrano alimentato con titoli privati garantiti dal pubblico. Ma ci vogliono manager che possono parlare all’orecchio dei grandi dirigenti finanziari internazionali, dei capi di servizi di intelligence, dei dirigenti dello Stato… Ci sono in Italia? Non mi risulta. Il problema sta nel ‘manico’, ovvero la classe politica spesso inetta. Servirebbe una Ena come quella della Francia, che ha una tecnostruttura stabile che rimane tale anche a fronte dei rivolgimenti politici”.

Licio Gelli. In apertura Giancarlo Elia Valori

Ma ecco subito svelato il mistero sul Vate. “Nonostante il contesto storico e finanziario diverso dai tempi dell’Iri, è possibile immaginare di replicare quell’esperienza? Il fattoquodiano.it lo ha chiesto al professor Giancarlo Elia Valori, dirigente d’impresa che negli anni ’90 era ai vertici della Sme, il più grande gruppo agroalimentare italiano, controllato dall’Iri. E che oggi è presidente onorario di Huawei Italia e della società di consulenza International world group, che supporta lo sviluppo delle aziende italiane sui mercati stranieri”.

Al fattoquodiano.it, però, la memoria fa cilecca. Non solo per una questione temporale, perché Valori fu al vertice Sme negli anni ’80 ed è presidente onorario di Huawei non da oggi né ieri: dal 2005, quindici anni tondi.

Ma per una questione di sostanza: dal momento che Valori è stato ‘anche’ ai vertici della P2, al punto tale da insidiare la leadership del Venerabile Licio Gelli. Il quale pensò bene di espellerlo dalla sua formazione di super incappucciati. Forse un titolo di merito, per il Fatto.

Marco Travaglio

Anche tutte le tappe seguenti nella carriera di mister Valori non sono poi così ‘trasparenti’. Uno dei pochi uomini al mondo, per la sua grande abilità diplomatica, capace di tessere affari al tempo stesso con arabi e israeliani, in ottimi rapporti con i regimi sudamericani e dell’est europeo (fino alla Corea del nord), proprio come il suo (ex) Venerabile Gran Maestro.

Tra le chicche del suo affollatissimo pedigree spiccano anche quelle di numero uno (presidente) ad Autostrade per l’Italia (il colosso di casa Benetton nell’occhio del ciclone per la tragedia del ponte Morandi) e dal 2009 della delegazione italiana della Fondazione Abertis, guarda caso il big delle autostrade spagnole che Atlantia-Autostrade ha appena incorporato (la fusione, per la precisione, è ancora in corso).

Dio li fa e poi li accoppia.

Peter Gomez

Ma tutto questo il Fatto online non lo sa. Valori è il Profeta, dal quale attingere a mani piene Verità & Conoscenza.

Nella lunga intervista concessa al Fattoquotidiano.it, infatti, il Vate discetta soprattutto di politica economica internazionale (lui, sinologo di gran fama), soffermandosi soprattutto sulle esperienze francesi, stimolato dalle domande genuflesse sovente a base di “professore, ritiene…?”.

Un quesito finale anche sul Mes. “Certo che il Mes non è una buona notizia per le nostre banche”. Se lo dice lui, mister P2…

Ma qualcuno ha fatto dare una sbirciatina all’intervista, prima di pubblicarla, a Peter Gomez e Marco Travaglio?


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