“Conti che non tornano”, tabelle zeppe di “errori madornali”, “coefficienti di sicurezza sovrastimati”.
E’ una vera e propria galleria degli orrori quella che salta fuori dai verbali di audizione di un top manager in Autostrade, responsabile della Direzione per la realizzazione delle nuove opere del colosso di casa Benetton.
Si chiama Alberto Selleri, il quale è stato ascoltato il 13 settembre del 2018 – ad appena un mese dalla tragedia del Ponte Morando – dalla Commissione d’inchiesta varata dal ministero delle Infrastrutture dopo la sciagura. Quei verbali sono poi stati acquisiti dalla procura di Genova.
Selleri “ha lavorato in Spea – commenta La Stampa – e smentisce i dirigenti attuali spiegando che quando dopo le verifiche ‘non tornano i conti, il progettista ‘normalmente alza la mano e dice che qualcosa non va’, risalendo la filiera dal capo dell’ufficio strutture al direttore tecnico, ‘oppure direttamente ad Autostrade. La prassi è questa’”.
L’ingegnere è intervenuto in merito alla tabella di valutazione sismica ed ai coefficienti di sicurezza del progetto che gli sono stati mostrati dalla commissione ministeriale d’inchiesta: la tabella, osserva Selleri, è piena di “errori madornali” che sarebbero accettabili solo per “un ponticello sopra un ruscello”.
E aggiunge: “Mi sembra assurdo. Non so cosa dire. In effetti qui sembra proprio un ponticello”.
Gli vengono poi mostrati dai commissari i coefficienti di sicurezza del progetto, “ottimisticamente sovrastimati”. E commenta: “Sulla sicurezza mi sembra che ci sia qualcosa che non funziona. Questa tabella avrebbe meritato un approfondimento”.
I commissari chiedono un altro chiarimento. Dicono: “Poichè abbiamo un ingrato compito, leggendo queste carte redatte dai colleghi. Ci stiamo sbagliando? Non abbiamo capito niente? Siamo tutti impazziti?”. E l’ingegnere risponde: “Alla prima impressione direi proprio di no”.
Venne ascoltato, in quella seduta del 13 settembre 2018 anche l’allora amministratore delegato di Autostrade Giovanni Castellucci.
Sulle questioni della sicurezza si è trincerato dietro ad un “ritengo che le domande siano troppo generiche”.
Poi ha aggiunto: “Non sono un tecnico, so solo dire che il Polcevera era un ponte su cui c’erano monitoraggi, i risultati erano noti, erano condivisi e chi aveva fatto i monitoraggi non aveva elementi di criticità”.
Ai confini della realtà.
Non basta. Perché l’ineffabile Castellucci scaricò il barile a Paolo Berti, allora direttore centrale operativo, numero tre di Autostrade. Il quale, a suo volta interrogato dai commissari, ha totalmente perso la memoria. Per il trauma o cosa? A tutta la ventina di interrogativi che gli sono stati posti, infatti, altrettanto ineffabilmente ha replicato con una sfilza di “non so” e “non ricordo”.
Ma ora Luciano Benetton dice che non ne sapeva niente, tutto al solito era fatto a sua insaputa. E scarica tutte le colpe sui manager ‘infedeli’.
Cosa ne dice, ora, del j’accuse dell’ingegner Selleri?
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