BOLIVIA / UN GOLPE GRIFFATO STATI UNITI

 

Golpe in Bolivia, c’è la manona degli Usa nella preparazione “scientifica” che ha portato alla destituzione del legittimo presidente Evo Morales. E, soprattutto, fanno capolino i famigerati programmi di addestramento dell’FBI e della Scuola delle Americhe (SOA) dell’esercito nordamericano.

Ecco cosa ricostruisce un analista, Jebb Sprague per The Gray Zone.

“Gli Stati Uniti hanno svolto un ruolo chiave nel colpo di Stato militare in Bolivia, e in modo diretto come riconosciuto nei resoconti degli eventi che hanno costretto Morales a dimettersi il 10 novembre”.

“Poco prima delle dimissioni, il comandante delle forze armate della Bolivia Williams Kaliman ‘suggerì’ che il presidente di dimettesse. Il giorno prima, settori delle forze di polizia si erano ribellati”.

Evo Morales

A proposito di Kaliman: “Non solo è stato un attore del colpo di Stato, ma aveva una storia con Washington, dove aveva ricoperto il ruolo di addetto militare dell’ambasciata della Bolivia. Kaliman era al vertice di una struttura del comando militare e di polizia sostanzialmente coltivata dagli Stati Uniti attraverso la WHINSEC, la scuola di addestramento militare di Fort Bening, in Georgia, conosciuta in passato come Scuola delle Americhe. Lo stesso Kaliman frequentò un corso chiamato ‘Comando y Estado Major’ della SOA nel 2003. Ed almeno sei tra i principali attori del colpo di Stato sono ex-alunni della famigerata School of the Americas, mentre Kaliman e un’altra figura prestarono servizio in passato come addetti della polizia militare della Bolivia a Washington”.

Continua il report: “Nella polizia boliviana, i principali comandanti che hanno contribuito al colpo di Stato sono passati attraverso i programmi di scambio della polizia dell’APALA. Lavorando da Washington DC, Apala ha il compito di costruire relazioni tra le autorità statunitensi e i funzionari di polizia degli Stati dell’America Latina”.

“Nelle registrazioni audio trapelate di recente, i complottardi discutevano i piani per incendiare edifici governativi, avere sindacati pro-business ed effettuare attacchi ed altre tattiche, il tutto direttamente da manuale della CIA. Nell’audio trapelato si alludeva anche al tentativo di colpo di Stato sostenuto da vari gruppi evangelici, nonché dal presidente colombiano Ivan Duque, dall’ex presidente colombiano Alvaro Uribe, nonché dal presidente neofascista brasiliano Jair Bolsonaro. I golpisti menzionavano anche il forte sostegno dei senatori statunitensi di estrema destra Ted Cruz, Bob Menèndez e Marco Rubio, che si dice controllino il presidente Donald Trump sulla politica estera nordamericana nell’emisfero occidentale”.

Ancora. “Con le tensioni che si sono sviluppate nelle ultime settimane, il comandante generale della polizia boliviana Vladimir Yuri Calderon Mariscal ha rotto la situazione di stallo guidando gran parte delle forze di polizia nella rivolta del 9 novembre, il giorno prima delle dimissioni di Morales. Nel 2018 Calderon Mariscal è stato presidente degli addetti della polizia dell’America Latina negli Stati Uniti d’America (APALA), a Washington”.

Apala è stato descritto come programma di ‘sicurezza multidimensionale’ che lavora per costruire relazioni e connessioni tra le autorità statunitensi e i funzionari di polizia di molti membri dell’Organizzazione degli Stati americani. Alla fondazione dell’Apala, nel 2012, l’allora segretario generale dell’OAS, Josè Miguel Insulza, incontrò la direzione del gruppo. Oggi Apala ospita addetti della polizia di dieci paesi: Brasile, Bolivia, Colombia, Cile, Ecuador, El Salvador, Panama, Messico e Repubblica Dominicana”.

Sempre a proposito di Apala: “Agisce da braccio destro delle agenzie federali statunitensi, come piattaforma social-media e nel sito venivano mostrati numerosi incontri e foto di funzionari partecipanti all’Apala insieme a funzionari statunitensi di Fbi, Dea, Ice e altri”. Ancora: “Un altro importante partecipe dell’Apala era Hector Ivan Mejia Velasquez, ex commissario generale della polizia nazionale dell’Honduras, che guidò le brutali operazioni contro i manifestanti del suo Paese e pubblica regolarmente insulti contro la sinistra sui social media”.

Infine. “Gli eventi emersi in Bolivia sono intimamente collegati agli sforzi degli Stati Uniti per influenzare le forze militari e di polizia estere attraverso programmi come Soa e Apala. Mentre il presidente degli Usa Donald Trump adesso esalta il ‘momento significativo per la democrazia nell’emisfero occidentale’, i boliviani sono improvvisamente sotto il controllo di un regime militare”.

Basta per un golpe di cui i grandi media (sic) a casa nostra preferiscono non parlare?


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