Epistolario

E-mail erga omnes, ma primi destinatari gli elettori cloroformizzati, che votano il sabotatore della democrazia italiana nata dalla resistenza, il truce Salvini, la parafascista Meloni e i miserrimi resti del berlusconismo, gli uni  egli altri in letale comunanza d’intenti con quelli a cui anni fa ci si rivolgeva con un robusto  “fascisti, carogne, tornate nelle fogne”, ma che per esasperazione della tolleranza democratica sono venuti fuori dalle fogne, impuniti nel portare allo scoperto segnali espliciti di rigurgiti mussoliniani. La lettera annunciata nell’incipit di questa nota conta di essere condivisa e riproposta, per ottenere la più ampia diffusione possibile, dalle migliaia di ‘amici’ e dai follwer didi ciascuno di loro. Basta un clic.
Il testo: “Provate a isolare l’argomento di questa lettera dal contesto del guazzabuglio in cui si dibatte il peggio della politica italiana, di quella che si è consegnata alla destra, cioè a razzismo, neofascismo, omofobia, sessismo, intolleranza, sovranismo, intolleranza. Sgombrato il campo dal giudizio sull’incoscienza di un Paese, che per punire la sopraggiunta distanza della sinistra dal lavoro politico sul campo, fondamento del suo esistere, lo boccia elettoralmente. Estraete dal contesto dei conflitti tra dilettanti allo sbaraglio, marpioni dell’opportunismo, profili  partitici stantii, ilseguente atto ignominioso, che prescinde  dalla rissa per il potere locale e nazionale e si manifesta come un punto profondo della degenerazione:  Liliana Segre, senatrice a vita è nobile testimone del più efferato genocidio nella storia dell’umanità, ultima in vita degli scampati alla strage nazista degli ebrei. È anche il bersaglio di centinaia di ‘post’ sui social che l’ingiuriano, la minacciano. Una mozione a sua firma ha sollecitato il Parlamento a istituire una commissione straordinaria di contrasto per  intolleranza, razzismo, antisemitismo, istigazione alla violenza e all’odio. Il contenuto rappresenta  l’antidoto al diffondersi di quanto deve contrastare  l’Italia della democrazia costituzionale. In aula il voto del Senato. 151 i sì, ma a anche 98 astenuti. Sapete chi ha vigliaccamente disonorato il Parlamento? La Lega, istigata da Salvini, i seguaci della parafascista Meloni  e con  mera convenienza di affiliazione alla destra anche i rimasugli di Forza Italia, da cui si è dissociata Matra Carfagna  per estraniarsi dalla vergogna collettiva di un voto che equivale a un “no”: ‘La mia Forza Italia, la mia casa” ha detto la Carfagna, “non si sarebbe mai astenuta in un voto sull’antisemitismo. Stiamo tradendo i nostri valori e cambiando pelle. Intendo questo quando dico che nell’alleanza di centrodestra andiamo a rimorchio senza rivendicare la nostra identità’”. Fine del messaggio all’elettore di Salvini e omologhi.
Ps Estendo il contenuto della lettera ai ragazzi che con il voto, compiuti i sedici anni, avranno il privilegio di entrare in sinergia con le aspettative di futuro dell’elettorato giovanile, negato dall’autarchia del sovranismo.
“Siete figli e nipoti di uomini e donne, di Liliana Segre,  a cui l’Italia deve il suo status di democrazia compiuta, del monito, respinto dalla destra, a contrastare i pericolosi prodomi del buio fitto in cui il fascismo spinse l’Italia con la dittatura, fino a ridurla a entità isolata e derelitta. Un breve inciso: ricordate gli sprezzanti commenti di Salvini alla missione  ambientalista di Greta Thunberg, gli insulti alla capitana della Sea Watch, ovvero a due giovani espressioni della campagna per la salvezza del mondo e dei profughi destinati a morire senza l’intervento delle navi Ogn? Greta, giovanissima leader del movimento mondiale per la tutela della Terra, ha detto ‘no, grazie’ al premio di circa 50miila euro che le ha assegnato il  prestigioso ‘ Nordic Council Environmental’ di Stoccolma: ‘Fatti concreti, non vuoti riconoscimenti, la battaglia per il clima serve ai politici perché ascoltino la scienza’. Le fa eco Jane Fonda, arrestata negli Stati Uniti per zittire una voce autorevole contro gli inquinatori: ‘Greta Thunberg mi ha commosso. Ho capito che dovevo mettermi in gioco’.
Carola Rackete. Anche a lei un premio per l’impegno umanitario. Ha concesso un’intervista a la Repubblica sul suo libro ‘Il mondo che vogliamo’, a patto che il giornalista la raggiungesse a Vienna in treno ‘perché gli aerei inquinano troppo’. Il premio? Lo ha donato a un ragazzo afgano presente in platea. Poi via, in treno,  per raggiungere Bratislava con  un viaggio notturno”.
Diranno in  molti, ‘ma chi se ne frega’ se il big chef Vissani è vittima di un clamoroso colpo di fulmine, di un repentino innamoramento per Salvini, in comunanza di intenti goderecci da cibo? Effettivamente “Ce ne potrebbe fregà de meno” come dicono a Trastevere, ma ci smentisce di brutto l’apprendere che quel re del buon mangiare è stato fan accanito della sinistra. Il dito bagnato di saliva, esposto all’aria, lo ha di recente informato dell’incedere  a passo di carica del capitano valpadano e senza batter ciglio è diventato leghista, con ammirazione senza se, senza ma, per il vorace Salvini. È il solo specialista in salto della quaglia? Ovvio, no. Lo sono molti soggetti neo salviniani per grazia ricevuta. Un esempio? Ii leghisti dell’ultima ora ripagati con i milioni della Rai. Un caso a caso? La Cuccarini, fervida neofita del salvinismo, premiata con la conduzione di un programma, subito cancellato per default di ascolti e subito dopo del benservito, affiancata a Martano (sua l’idiozia professionale, lautamente remunerata dell’esodo dal Tg1) per “La vita in diretta”, succursale delle sale stampa di commissariati di Polizia.

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