Se va male stop all’alleanza elettorale: quasi una minaccia l’esternazione pre voto di Giggino Di Maio? O un monito agli 884.640 abitanti di una regione che l’incidente di percorso di elementi del Pd potrebbe aver deluso fino al disgusto al voltafaccia anti sinistra dei settecentomila elettori? Sul voto pesa l’aggressività sovranista della Lega, ma non meno il deficit promozionale della maggioranza demostellata. Conte, forte del ruolo di leader nel gradimento degli italiani, ha fatto poco o niente per spendersi in campagna elettorale e peggiore è stato il comportamento di Renzi, completamente assente, quasi a boicottare l’alleanza Pd-5Stelle per trarne vantaggio con la pesca ‘miracolosa’ nei bacini di Forza Italia e ‘perché no’, di Salvini. Il quale non perde l’occasione comportamenti illeciti e ieri, giorno del silenzio per i partiti, se n’è ‘fregato’ e ha pubblicato un comizio di 22 minuti su Facebook e Twitter. Ma esiste un garante che faccia rispettare le regole democratiche?
È prassi rispondere con odio all’odio, ma solo per la genia di spargitori di odio. Per chi non vi appartiene la risposta è controbatterlo con le armi della forza morale. Succede che i malnati e beceri razzisti, stazionanti nella cloaca massima della destra, che siano Lega, Fratelli d’Italia, Casa Pound o associati, invadano i social (perché nessun intervento di rimozione?) con indegni insulti alla nobile figura della senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta alla shoa. Centinaia le ingiurie della marmaglia antisemita che tenta di impedire la proposta di una commissione parlamentare con la missione di contrastare l’intolleranza, il razzismo, la violenza, l’istigazione all’odio, cioè al peggio che connota la destra, Lega inclusa. Liliana Segre: “Ho vissuto sulla mia pelle come dalle parole sia facile passare ai fatti”. Un manipolo di leghisti, Salvini in testa, boicotta l’iniziativa di concerto con un drappello di Forza Italia. Interferiscono con due proposte alternative che mettano in discussione la responsabilità dei flussi migratori (!) ed esercitino controlli sui centri di culto islamici, valorizzino l’identità nazionale. Monica Cirinnà, Pd, a sua volta bersaglio di ingiurie sui social, rivolta alla Lega: “Avete fatto una proposta che tradisce la vostra coda di paglia quando si tratta di contrastare razzismo e odio verso l’altro. Farone, “Italia Viva”, ex Pd: “La commissione sarebbe una bella risposta agli odiatori se a presiederla fosse proprio lei, Liliana Segre, con quel numero di matricola 75190 impresso sul braccio dai nazisti, ad Ausxchwitz”. Zingaretti si dice schifato per gli insulti alla Segre. Renzi: “Chi l’attacca non attacca solo una donna sopravvissuta all’olocausto, attacca se stesso. Noi siamo tutti Liliana Segre e da questa donna abbiamo tutti da imparare. Solidarietà dalla Presidentessa del Senato Casellati, dal presidente della Camera Fico, dal ministro 5Stelle Fioramonti, dalle forziste Gelmini e Bernini, dalla segretaria della Cisl Furlan, e perfino da Calderoli, cofirmatario della proposta leghista alternativa.
Bergolio, papa innovatore, “rivoluzionario”, per i denigratori “comunista”, rischia e non poco. Smantella un caposaldo della Chiesa cattolica e apre alla possibilità che uomini sposati siano preti. Il relativo documento finale del Sinodo sull’Amazzonia è passato con 124 sì e 41 no, che si può scommettere sono di vescovi ultraconservatori, “nemici” di Papa Francesco. La decisione tende a contrastare la scarsità di vocazioni in aree del mondo dove mancano i preti. Non è ancora il prologo per l’abolizione dell’obbligo di celibato e del voto di castità, ma neanche il tabù pseudo dogmatico che l’ha impedito finora.
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