Il partito della destra tedesca ‘Alternative Fuer Deutschland’ si scaglia contro la mobilitazione ambientalista di Friday for Future, contro Greta Thunberg e chi si batte contro l’inquinamento che provoca letali mutamenti climatici. L’Afd, per essere chiari, difende gli interessi criminali di chi mette in pericolo la sopravvivenza della Terra. Tale Joerg Meuthen portavoce del partito, si è rivolto con un’interrogazione alla Commissione europea perché indaghi sulla ragazza svedese. Nell’impossibilità di contestare la sostanza della sua battaglia ecologista, la destra sovranista, i n combutta con chi inquina, è complice di petrolieri e utilizzatori di energia ‘sporca’. Non è un caso se Trump finge di ignorare la giusta causa di Greta e dei milioni che con lei si battono per la vita del pianeta;, se Putin snobba la giovanissima attivista con un ironico “carina, ma poco informata”; se la destra di ogni latitudine politica ed economica tenta di discreditarla con le accuse più assurde, a difesa di colossali interessi, spaventati dalle manifestazioni oceaniche per il clima, in testa giovani e giovanissimi. I potenti e impuniti Golia reagiscono, impongono ai media subordinati di oscurare lei immagini delle manifestazioni per la salvezza del pianeta, provano a infangare la figura della portavoce di milioni di coetanei minacciati dai mutamenti climatici. Ma il Davide dell’era moderna, nonostante l’apparente fragilità, l’aria da bambina segnata fisicamente dal male, non nella mente o nell’anima, ricevuta dal Papa, poi dall’Onu, ha inchiodato i potenti alla responsabilità di attentare al futuro del mondo.
È bieca vigliaccheria lo sfogo rabbioso che si macchia di atti di violenza anonimi, uno per tutti l’ignobile impiccagione di un fantoccio con le sembianze di Monica. La singolare denuncia di Meuthen insinua che la campagna ambientalista di Friday for Future e i salvataggi delle navi Ong di migliaia di migranti e Green Peace, nascondano intenzioni di profitti illeciti, di obiettivi politici. Ipotizzano che sia una macchinazione di Putin, interessato a esportare più gas. Il delirante pensiero di Meuthen: “Simili campagne hanno un forte impatto sulla politica a danno di altri obiettivi, come assicurare la prosperità, l’occupazione o un approvvigionamento energetico sicuro, fino a contribuire a una perdita di competitività globale e a un impoverimento dell’Europa”. C’è chi gli crede: i Trump, Salvini, i sovranisti europei e non, gli sceicchi petrolieri, i masochisti, i disfattisti che tifano per il suicidio dell’umanità.
Non sono senza ragione la stima profonda, l’empatia, l’affetto per Sergio Mattarella, presidente che gestisce l’alto incarico con la calma dei forti. C’è un abisso di stile e di fiera dignità, con ‘colleghi’ di Paesi che interpretano il ruolo con la tracotanza del tiranno. Il confronto con il fastidioso Trump, nel cartellino di arbitri imparziali, assegna la netta vittoria a Mattarella, che ha bocciato la prepotenza del protezionismo autarchico e messo in guardia il tycoon perché il sistema della ritorsioni non è a senso unico e somiglia molto al boomerang. In stringata sintesi, Mattarella ha esaltato l’amicizia Usa-Italia, ma anche rivendicato l’ipotesi di ritorsioni contro ritorsioni, che potrebbero mettere in difficoltà anche la possente economia americana.
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