Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale Ordinario di Roma respinge la richiesta di archiviazione del pm e dispone che venga formulata l’imputazione coatta nei confronti dell’allora direttore della struttura Residence Villa Belvedere. I fatti risalgono all’anno 2016 quando Vincenzo Celentano, un anziano affidato con regolare contratto al centro residenziale per via delle sue difficoltà deambulatorie e di deficit della conoscenza, cadde dalle rovinosamente dalle scale ribaltandosi con la sedia a rotelle. I parenti dell’uomo, che vennero avvisati la sera stessa dell’incidente avvenuto all’interno della struttura, decisero di intreprendere una lunga battaglia legale al fine di ottenere giustizia, considerato che l’anziano parente necessitava non solo di cure, ma anche e soprattutto di sorveglianza viste le sue difficoltà motorie.
Dopo due richieste di archiviazione entrambe rigettatate, i legali dell’anziano hanno ottenuto la formulazione coatta dell’imputazione e poi oggi, all’esito dell’udienza preliminare, il formale rinvio a giudizio. Esulta il Collegio difensivo delle costituite parti civili, formato dagli avvocati Sergio Pisani, Damiano de Rosa, Elio Pipolo e Carolina Capaldo, per i quali la decisione del Gip è il «primo passo verso la giustizia».
I legali della famiglia Celentano esprimono piena soddisfazione per il provvedimento di rinvio a giudizio, una «strada obbligata sin dall’inizio e già sulla base dei primi accertamenti e delle risultanze delle attività investigative difensive, che da subito si è ritenuto di dover espletare», affermano i legali. Che continuano: «Solo così, attraverso gli accertamenti tecnici, un video ed alcuni rilievi fotografici effettuati nell’immediatezza dei gravi fatti in questione, è stato possibile offrire al giudice, anche a distanza di anni, l’esatta rappresentazione della situazione di insicurezza esistente all’epoca nella struttura». «Dispiace solo – aggiungono – che per arrivare a questo primo importante traguardo di Giustizia nella direzione dell’accertamento della verità è stato addirittura necessario un provvedimento coattivo del giudice, il quale, molto coscienziosamente, si è reso conto sia della gravità delle condotte omissive, sia della necessità di dare voce a chi purtroppo non potrà più far valere in prima persona le proprie ragioni».
«Ci auguriamo – concludono gli avvocati di parte civile – che il dibattimento venga celebrato con speditezza, affinché questa vicenda possa servire, attraverso l’accertamento delle relative responsabilità, ad amplificare al massimo le tutele degli anziani e delle persone con gravi deficit cognitivi, spesso per necessità affidati a strutture che devono rispettare al massimo, proprio in ragione dell’incapacità comunicativa degli ospiti e dei degenti, tutte le regole di controllo, vigilanza ed assistenza poste a tutela e nell’interesse delle persone a loro affidate».
Damiano De Rosa, Sergio Pisani e il civilista Angelo Pisani sono già noti per numerose vicende mediatiche di rilevanza nazionale, tra cui la difesa di Diego Armando Maradona nel processo intentato per presunta diffamazione dai vertici di Equitalia, conclusosi con la piena assoluzione dell’asso argentino.
Stesso team difensivo vincente al fianco della famiglia di Ciro Esposito, il giovane tifoso napoletano ucciso negli scontri durante la finale di coppa Italia tra Napoli e Fiorentina allo stadio Olimpico: condannato definitivamente a 16 anni per omicidio Daniele De Santis, l’ultrà della Roma per il quale è stato disposto anche il risarcimento dei danni in favore delle parti civili.
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