MAXI DISCARICHE / LA MONNEZZA SOTTO LA TAV DI AFRAGOLA

La maxi pattumiera di rifiuti tossici che circonda la stazione dell’Alta velocità ad Afragola, nel popoloso hinterland partenopeo.

Una vergogna scoperta qualche hanno fa, quando i lavori per la realizzazione della faraonica, inutile stazione erano stati appena completati. Costata palate da milioni di euro, in base al progetto dell’archistar iraniana Zaha Hadid, una autentica cattedrale nel deserto, poche decine di passeggeri fantasma che salgono o scendono dal supertreno.

Un ottimo business per le imprese griffate camorra, non solo sul versante dei vari lavori per metterla su (dal movimento terra al calcestruzzo ai subappalti), ma anche perché nelle immediate vicinanze e in una vasta area circostante è nata e cresciuta una immensa discarica, riempita fino a cinque anni fa. Tonnellate e tonnellate di monnezza d’ogni tipo, camion andati e venuti per anni, nottetempo, perfettamente indisturbati.

La stazione ferroviaria di Fragola. Sopra, i lavori di ampliamento

Fino all’inchiesta avviata dalla procura di Napoli Nord, che ha stoppato i lavori finali per la realizzazione di un parcheggio.

Ed è freschissimo, appena sfornato, uno studio sul sottosuolo di quel terreno elaborato da un ricercatore del Cnr, Felice Auricchio, direttore dell’Istituto di ricerca sulle Acque, Irsa, che fa appunto capo al Consiglio Nazionale delle Ricerche.

Dallo studio emerge che esistono, in quel martoriato sottosuolo, ben 53 cavità, autentiche discariche di rifiuti tombati sotto la stazione Tav.

Auricchio ha proceduto con una nuova tecnica investigativa che utilizza satelliti e la comparazione di immagini.

“Le tecniche – sostiene il direttore Irsa– consentono di identificare le modifiche che intervengono sul territorio attraverso immagini telerilevate e acquisite da una piattaforma aerea. Attorno alla Tavsono stati interrate enormi quantità di rifiuti, ormai ne abbiamo le prove scientifiche”.


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