ATLANTIA / SFASCI IL PONTE MORANDI? COME PREMIO L’ALITALIA

Non lascia e addirittura raddoppia. Atlantia la fa franca per la tragedia del ponte Morandi e mette a segno il colpo Alitalia.

Siamo nell’Italia delle farse e delle sceneggiate, però tinte di lutti e tragedie che mai verranno ripagati. Mentre lorsignori ingrassano e oggi addirittura volteggiano per aria. Alla faccia degli italiani e di ogni senso di giustizia, calpestato come neanche nelle peggiori periferie suburbane.

Ironia del destino, lo stesso giorno in cui Atlantia e i Benetton stappano lo champagne, dall’Inghilterra arriva la clamorosa notizia di un rapporto fino ad oggi top secret sul ponte Morandi.

Procediamo con ordine. Il colosso delle autostrade ora s’alza in volo, grazie all’operazione che lo porta ad entrare nel capitale con il 37 per cento della “nuova” (sic) Alitalia. Destinata, di tutta evidenza, a ripercorrere quegli itinerari già imboccati con la sceneggiata dei Capitani Coraggiosi nell’era Berlusconi.

Sono state le Ferrovie di casa nostra, già protagoniste nelle sciagurate vicende di TAV & affari collegati, a scegliere come partner i Benetton, da oggi protagonisti per terra e per cielo. Resta solo il mare, e caso mai un pensierino a Costa o MSC andrebbe fatto.

Ma se la notizia Alitalia è nota a tutti, molto più defilata è la seconda. Arriva dal Financial Times, fonte che più autorevole non si può. Il quotidiano britannico è riuscito ad entrare in possesso di un rapporto Atlantia, mai fino ad oggi reso pubblico, sul disastro che ha causato la morte di 43 persone. Ed emerge in modo palese che già nel 2011 era stato identificato un preciso difetto in alcune travi.

Il crollo del ponte Morandi a Genova

Il rapporto era stato presentato lo scorso novembre al consiglio d’amministrazione di Atlantia, la holding che controlla Autostrade per l’Italia. Secondo fonti vicine al cda, scrive il quotidiano londinese, “la presentazione del rapporto era stata affrettata, senza abbastanza tempo per elaborare i risultati del documento di 87 pagine”.

Le fonti hanno espresso dubbi sulla decisione di non rendere pubblico il rapporto e hanno affermato che la risposta della società al disastro è stata “disorganizzata”, tanto che c’è voluta più di una settimana per organizzare una riunione del board.

Il comitato per il controllo dei rischi di Atlantia – proseguono le fonti – aveva chiesto il rapporto a settembre, un mese dopo la tragedia, per determinare se la compagnia fosse responsabile di mancanze nella manutenzione del ponte. Il documento elencava interventi in una scala da 10 a 70, per ordine di urgenza, e in almeno un caso un intervento aveva un grado di urgenza di classe 60: un problema con le travi di sostegno, identificato per la prima volta nel 2011 e che aveva richiesto ulteriori test proprio nell’agosto 2018.

Adesso la magistratura dovrà valutare con estrema attenzione quel bollente rapporto. E verificare anche l’attendibilità di altre voci, rimbalzate un mese fa, circa segnalazioni addirittura anteriori, risalenti ad una quindicina d’anni fa.

Per adesso Atlantia, invece di finire davanti al primo tribunale disponibile, sale sugli altari per il salvataggio Alitalia.

Come dire, con una mano fai crollare le tue infrastrutture, con l’altro salvi la compagnia di Stato! Ai confini della realtà.

A completare la sceneggiata ci manca solo Luigi Di Maio che fa salti di gioia: “un grande risultato”. Dimenticando per strada la richiesta di revocare ad Atlantia la concessione cadeau per le autostrade. Poi qualcuno gli ricorda la tragedia: “Sia chiaro però, niente e nessuno cancellerà i 43 morti di ponte Morando”.

Cin cin.


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