PANTANO GIUDIZIARIO – ALLARME PRESCRIZIONE AL PROCESSO PER LA MORTE DI SALVATORE GIORDANO

Non è bastata la tragedia di Rosario Padolino, il commerciante di via Duomo ucciso tre settimane fa da un calcinaccio mentre andava a prendere un caffè, per smuovere il pantano giudiziario al Tribunale di Napoli, dove ora rischia di andare in prescrizione il processo per la morte di Salvatore Giordano, il quattordicenne che cinque anni fa ha dato la vita per salvare gli amici travolti da un fregio crollato dalla monumentale Galleria Umberto, in via Toledo. Tanto che i legali della famiglia Giordano, avvocati Angelo e Sergio Pisani, chiedono oggi che ad intervenire sia il capo dello Stato.

 

NEMMENO LE SCUSE DEL COMUNE

«Adesso che il professor Augenti, perito nominato dalla Procura della Repubblica di Napoli, ha confermato che quel pezzo di rosone staccatosi da quella maledetta Galleria Umberto appartiene al Comune di Napoli,  adesso voglio sapere quand’è che il Comune di Napoli fa le proprie scuse alla famiglia Giordano e in particolar modo a mio figlio Salvatore, che col suo gesto eroico ha salvato la vita ad altri amici rimettendoci la sua».

E’ amaro, durissimo, accorato l’appello del padre di Salvatore. Un eccidio rimasto incredibilmente senza giustizia, sepolto dentro un allucinante, indegno rimpallo di responsabilità.

Da sinistra, Angelo e Sergio Pisani

Alla voce del papà del ragazzo, fa eco il rigoroso j’accuse degli avvocati Angelo e Sergio Pisani, che non si sono mai arresi ed hanno continuato a dare battaglia, ricercando ed esibendo prove schiaccianti sui responsabili di quella assurda morte.

«Sono passati ormai 5 anni dalla tragica morte del piccolo Salvatore Giordano, ucciso dallo stato di gravissima incuria in cui versava la Galleria Umberto di Napoli, stato di cui era ben informato il Comune, grazie anche alle numerose interrogazioni degli stessi consiglieri comunali che purtroppo rimasero del tutto inascoltate», dichiarano i due legali.

Che rincarano la dose: «Una morte annunciata, quindi, cui non si è posto rimedio in alcun modo. Anzi, a cinque anni di distanza dal tragico evento, nonostante la chiara evidenza delle responsabilità per quanto accaduto, la tragedia di Salvatore grida giustizia ogni giorno. I familiari sono ancora vittima del pretestuoso rimpallo di responsabilità tra i due colossi assicurativi Unipol, compagnia  del Comune di Napoli, ed  Axa, compagnia del condominio, che continuano a negare il dovuto risarcimento per le negligenze dei propri assicurati».

 

POSIZIONI ECCELLENTI ARCHIVIATE

Paradossali anche le sorti del processo penale, che in fase di indagini ha visto l’archiviazione di numerose posizioni eccellenti, contro cui la famiglia si è invano opposta con tutti gli strumenti legali, e rischia ora addirittura di prescriversi, se non saranno fissate (come già è stato inutilmente richiesto) udienze straordinarie con cadenza settimanale.

«Salvatore – tuona l’avvocato Sergio Pisani – probabilmente non faceva comodo a nessuno, ecco perché nessuno alza la voce per lui. Salvatore era “solo” un ragazzino amato dalla sua famiglia e dai suoi amici».

«E allora – incalzano i due avvocati –  abbiamo il dovere di farlo noi, non permetteremo che venga negata giustizia ad un minore vittima di una Napoli che non fa onore  a nessuno». Di qui l’appello alla massima autorità dello Stato: «chiediamo che su questa vicenda intervenga il Capo dello Stato Sergio Mattarella. La Galleria oltre ad essere un complesso condominiale è un importante monumento, addirittura sito Unesco, e Salvatore, poco più di un bambino, è vittima dell’incuria istituzionale e di colossi assicurativi, indifferenti ai diritti dei suoi familiari».


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