LETTERA APERTA AD ALESSANDRO DI BATTISTA

Riceviamo dall’ufficio stampa Idra e pubblichiamo

Gentile Alessandro Di Battista,

troviamo finalmente in un esponente del Movimento 5 Stelle, che ha sempre accompagnato in passato la nostra battaglia contro le ‘grandi opere’ distruttive di ambiente, socialità ed erario, un’eco netta e credibile della disillusione profonda che sta generando da mesi in gran parte dell’opinione pubblica l’atteggiamento del Movimento nei suoi rapporti con la società civile di cui pure ama dichiararsi espressione.

La nostra Associazione monitora e avversa dal 1994 i progetti di ‘grandi opere’ in Toscana, ed è stata spesso chiamata a documentarne i danni gravi e irreversibili e le procedure inquietanti in più parti d’Italia, dalla Val di Susa alla Lombardia al Trentino al Friuli alla Venezia Giulia all’Emilia Romagna.

Lungo questo percorso Idra ha visto il Movimento 5 Stelle sposare gli obiettivi e gli argomenti che da sempre sostengono la sua azione di associazione indipendente, per statuto, dalle formazioni politiche così come dal denaro pubblico. In questa veste, Idra ha avuto anche più occasioni di rispondere a richieste di interlocuzione e di collaborazione da parte del Movimento 5 Stelle prima che esso accedesse al Governo della nazione.

A partire dal 1 giugno 2018, però, abbiamo dovuto registrare un’assenza pressoché totale di reazione alle richieste di contatto e di ascolto, alle proposte di intervento, alla stessa mole di comunicazioni e di informazioni di cui abbiamo inondato ministri e sottosegretari, deputati e senatori, gruppi e commissioni, senza mai ricevere il benché minimo segno di condivisione, di concreta presa d’atto, di positiva considerazione. Spesso, neppure una semplice ‘notifica di lettura’.

Correva l’11 luglio 2014 quando accompagnavamo un gruppo di parlamentari del M5S in un tour in città, a Firenze, sui cantieri TAV: oltre a Stefania Divertito, al tempo vostra consulente ambientale da qualche mese a Montecitorio, vi parteciparono Michele Dell’Orco, Arianna Spessotto, Samuele Segoni e Marco Scibona; nell’area del cantiere TAV di Castello ci incrociammo anche con Alfonso Bonafede.

Il 4 dicembre 2015, poi, la nostra Associazione ha accolto volentieri una successiva vostra richiesta di colloquio e di confronto nella sede del Consiglio regionale della Toscana, presenti Luigi Di Maio in qualità di vicepresidente della Camera dei Deputati, i parlamentari Alfonso Bonafede e Diego De Lorenzis, e il consigliere della Regione Toscana Giacomo Giannarelli. La nostra delegazione, della quale faceva parte come consulente la prof.ssa Teresa Crespellani, docente di Ingegneria Geotecnica presso l’Università di Firenze, illustrò e consegnò a Luigi Di Maio un’ampia e circostanziata documentazione sulle falle progettuali, procedimentali ed esecutive del progetto di Nodo ferroviario Alta Velocità di Firenze, incluso il “Libro Bianco” curato da Idra e già precedentemente trasmesso con lettera raccomandata in data 14.9.’06 ai Ministri delle Infrastrutture, dei Trasporti e dell’Ambiente (http://www.idraonlus.it/vecchiosito/1-6-’09,%202.htm). La circostanza di quell’incontro, e le intenzioni del Movimento 5 Stelle confermate in quella sede, sono descritte nel comunicato stampa emesso dal Movimento stesso nell’occasione (http://www.movimento5stelletoscana.it/tav-firenze-il-m5s-incontra-idra-e-scende-in-campo-contro-lopera/).

La nostra Associazione, già parte civile nel procedimento penale presso il Tribunale di Firenze per i danni ambientali prodotti dalla cantierizzazione TAV in Mugello e Alto Mugello, e a Sesto Fiorentino, e parte ad adiuvandum in quello per danno erariale presso la Corte dei Conti della Toscana (conclusosi con una sentenza di condanna – con prescrizione – di politici e dirigenti di primo piano: http://www.idraonlus.it/2013/01/29/tav-ed-elezioni-politiche-come-si-fa-a-prospettare-alla-val-di-susa-un-candidato-con-colpa-grave-per-danno-erariale/), ha ottenuto anche due audizioni presso l’Autorità Nazionale Anticorruzione, il 27 ottobre 2014 (presenti con noi l’ing. Ivan Cicconi e il giudice Ferdinando Imposimato) e il 2 agosto 2016 (con la partecipazione dello stesso dott. Raffaele Cantone, presenti l’ing. Ivan Cicconi ed l’ing. Angelo Tartaglia). L’Autorità, che aveva aperto sul Nodo Alta Velocità di Firenze un’istruttoria a 360° a séguito degli esposti trasmessi da Idra nell’estate del 2014, ha reso note a luglio 2015 in un corposo documento le prime risultanze della propria attività di verifica (Deliberazione 61 del 2015), dopo aver assunto una netta posizione – costituendosi parte civile – nel procedimento penale apertosi a maggio 2015 a Firenze sulla gestione degli appalti per l’Alta Velocità nella città cara all’Unesco, dove gravi imputazioni sono state contestate sulla scorta dell’inchiesta sui lavori di sotto-attraversamento avviata dalla Direzione Distrettuale Antimafia.

I lavori per la TAV. In alto Alessandro Di Battista

Ebbene, anche su questo particolare tema del destino del progetto di sotto-attraversamento Alta Velocità di Firenze nessun riscontro è arrivato a Idra da parte delle autorità di Governo interpellate (ministri alle Infrastrutture e ai Trasporti, al Lavoro e allo Sviluppo economico). Unica gradita eccezione, l’incontro ottenuto lo scorso marzo col capo della Segreteria tecnica del Ministro dell’Ambiente. Nessun riscontro è mai pervenuto neppure alla richiesta di informazione e di intervento inoltrata al ministro alle Infrastrutture e Trasporti in merito alle condizioni di apparente grave deficit di sicurezza della linea ferroviaria AV scavata sotto l’Appennino fra Firenze e Bologna, dove si viaggia in 60 km di tunnel privi della galleria parallela di soccorso, con 7 uscite di sicurezza su 14 che distano (a dispetto dei requisiti imposti dal Decreto 28 Ottobre 2005 – Sicurezza nelle Gallerie Ferroviarie) oltre 4 km l’una dall’altra, e con vie di esodo dai tunnel verso la superficie, in pieno Appennino, che presentano pendenze fino al 13,94 % e lunghezze fino a 1.505 m (come nel caso della ‘finestra’ di Osteto, nel Comune di Firenzuola).

Vano anche lo sforzo da parte nostra di attivare su questi temi parlamentari e Commissioni, anche attraverso la richiesta – rimasta inascoltata – di formali audizioni.

Non disconosciamo, e anzi apprezziamo, il valore di una serie di provvedimenti adottati (o annunciati) dalla componente M5S di questo Governo in materia di contrasto alla criminalità attiva nel settore delle ‘grandi opere’, e siamo del resto perfettamente consapevoli delle gravissime difficoltà operative con cui si trova a doversi confrontare chi amministra centralmente la cosa pubblica.

Riteniamo tuttavia che queste condizioni non debbano e non possano pregiudicare – pena la perdita di credibilità di coloro che si sono voluti alfieri della partecipazione nella gestione dei beni comuni – il rapporto con la popolazione da cui è emanato il mandato a governare il Paese. E’ evidentemente mancata non soltanto una capacità di connessione locale con le realtà di cittadinanza attive sul territorio, ma anche una capacità di interfacciarsi centralmente con esse, presso le varie sedi istituzionali che il Movimento ha occupato.

Non possiamo quindi che concordare con lei, gentile Alessandro Di Battista, quando sollecita il Movimento 5 Stelle a recuperare il ruolo smarrito di relazione biunivoca con la cittadinanza.

In secondo luogo, confidiamo che la sua azione possa contribuire a far fare chiarezza, in seno al Movimento e alle sue espressioni istituzionali (Governo e Parlamento), sui temi che maggiormente ci stanno a cuore in questa fase:

–         prevenire con provvedimenti adeguati e urgenti il disastro che potrebbe derivare dal verificarsi di seri incidenti in galleria sulla linea TAV Bologna-Firenze;

–         risparmiare Firenze, città Unesco, e all’erario nazionale l’indecorosa prosecuzione di spreco di risorse e di investimento-a-perdere che deriva dalla scelta di confermare la cantierizzazione TAV, stagnante da anni, nonostante tutte le evidenze che la delegittimano: le inchieste della magistratura, la commistione controllori-controllati prevista dalla stessa architettura contrattuale adottata, il fallimento a catena delle imprese coinvolte, la clamorosa impennata dei costi, l’inconcludenza della cantierizzazione, l’inutilità trasportistica, le palesi criticità sul piano ambientale e idrogeologico, la negazione a priori di ogni forma di partecipazione alla determinazione del tracciato e delle sue caratteristiche, le scorciatoie procedurali che hanno permesso di licenziare un progetto privo di valutazione di impatto ambientale e dell’espressione di pareri da parte degli stessi Comuni coinvolti nella messa a dimora delle terre di scavo.

Se nel primo caso le auguriamo ogni successo affinché il Movimento 5 Stelle possa riacquistare la capacità di relazione con la cittadinanza così crudamente messa alla prova dall’esperienza di Governo, nel secondo ci spingiamo a chiederle esplicitamente, e con il massimo sentimento di urgenza, un intervento presso le sedi istituzionali centrali in cui il Movimento ha facoltà e dovere di valutazione e scelta, affinché siano finalmente sciolte le incertezze legate al comportamento fin qui manifestato.

 

Confidiamo in un riscontro – almeno da lei – a questo nostro appello, che abbiamo inteso scrivere sotto forma di lettera aperta, e che perciò viene contestualmente inviato per conoscenza sia ai referenti del M5S che da mesi ricevono, per PEC o per posta ordinaria, le nostre comunicazioni, sia alla pubblica opinione attraverso la pubblicazione sui nostri media web.

I nostri migliori saluti,  i componenti del Consiglio direttivo

 

Enrica Aliboni

Sabina de Waal

Girolamo Dell’Olio


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