Il tifo greco è in conflitto con la Federazione Calcio e diserta, o quasi lo stadio Spyros Louis, che vinse la prima maratona dei tempi moderni, nel quartiere Aroussi di Atene. Solo 23mila spettatori, mille italiani. Questa sfida per l’Italia di Mancini può voler dire la qualificazione dei prossimi europei, dopo le prime due vittorie nel suo girone con Finlandia e Liechtenstein. Sorprese nella formazione azzurra. Fuori Bernardeschi, dentro Insigne, fuori Quagliarella, dentro Belotti. In giornata ad Atene 37 gradi, ma stasera temperatura accettabile, intorno ai 28. Con la Grecia non perdiamo da 50 anni. In verità il girone della nostra nazionale non è proprio ostico, anzi. È una ghiotta opportunità per Insigne di mettersi in mostra dopo il finale di campionato sottotono. Vedremo. Manovriamo con un signor centrocampo: Verratti, Jorginho, Barella e una difesa collaudatissima con Chiellini, Bonucci, Florenzi. In avanti Chiesa, l’attaccante più in forma del campionato, Belotti, non meno al top e appunto Insigne. Infortunato Donnarumma difende la nostra porta Sirigu. I ritmi della partita non sono frenetici, responsabile il caldo, ma è più Italia. I greci sono arroccati in difesa e aspettano gli azzurri nella propria metà campo. Le azioni italiane partono sempre dai piedi buoni di Verratti e Jorginho e si sviluppano sulla sinistra dove Emerson ha molto spazio di percussione. Il primo tiro in porta al 19esimo è della Grecia, ma nessun pericolo per Sirigu che para senza problemi. Subito dopo assist di Insigne per Belotti che manda il pallone in curva. Si sveglia la Grecia fa salire il baricentro del suo gioco.
Minuto numero 24, azione in profondità degli azzurri, sempre sulla sinistra. Riceve Belotti, cross per l’accorrere di Barella, esecuzione perfetta gol e uno a zero. Prova a reagire la Grecia, ma il pressing degli azzurri funziona a dovere. Il raddoppio arriva dopo sei minuti al 30°. Ripartenza veloce di Barella, prosegue Chiesa, lancio per Insigne che converge con il classico movimento e in area di rigore accarezza il pallone per infilarlo nell’angolo opposta a quello difeso da Barkas. 2 a 0. Passano tre minuti e il vantaggio dell’Italia diventa una mezza goleada. Cross del solito Emerson, perfetto per la testa di Bonucci ed è un tre a zero che sembra spegnere le velleità elleniche. L’atteggiamento rinunciatario dei greci è incomprensibile e punito severamente. Allo scadere del tempo Belotti a tu per tu con Barkas che riesce a intercettare. Sulla respinta si avventa Insigne, la difesa si oppone. The first time si chiude qui.
Second time. Martedì, per il prossimo impegno dell’Italia, il quarto, contro la Bosnia, non ci sarà Verratti, fuori per doppia ammonizione, la seconda inflitta stasera. Si è visto poco Chiesa nel primo tempo di Atene ed è una sorpresa inaspettata, ma quando partecipa all’attacco degli azzurri conferma le sue qualità di veloce percussore. Il gioco dell’Italia impostato da Mancini somiglia molto al dai e vai di Sarri, strettissimo tra centrocampisti, in attesa del lancio in verticale per gli attaccanti. De Sciglio rileva un superlativo Emerson al minuto 67. La Grecia cambia marcia e si vede per la prima volta in attacco con qualche opportunità di insidiare Sirigu. Al 75esimo Insigne lanciato si fa parare un tiro che con maggiore abilità poteva portare al quarto gol. Gravissima ingenuità difensiva dell’Italia al minuto 76 e occasione sprecata dai greci di accorciare le distanze. S’arrabbia Mancini. All’81esimo Chiesa si divora un gol a tre metri da Barkas, servito da Belotti. Pellegrini per Verratti, Bernardeschi per Belotti nel finale del match. In parte per il cambio di atteggiamento dei greci, in parte per una giustificata demotivazione dell’Italia in vantaggio per tre a zero, il secondo tempo degli azzurri non è brillante quanto il primo. Tutti a fare la doccia rigenerante dopo novanta minuti di caldo e conferma dei progressi dell’Italia di Mancini.
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