E’ normale, per un paese “civile” e “democratico”, che un partito sieda al tavolo di gioco elettorale con le carte truccate?
E’ il primo interrogativo che sorge spontaneo guardando al voto europeo del 26 maggio.
CHI RUBA NON PAGA E TRUCCA IL GIOCO
Se un cittadino oppure un’impresa rubano 49 milioni di euro in genere c’è chi finisce in galera e viene chiesta immediatamente la restituzione del maltolto.
Qui solo un ceffoncello come l’ex tesoriere della Lega Belsito passa un brutto quarto d’ora e poi tutto a tarallucci e vino.
Ai confini della realtà. Chi ruba non paga, non ridà indietro i soldi, non va in gattabuia, non succede niente di niente: poi immacolato si presenta alle elezioni. Mentre al solito, chi frega la mela al supermercato imbocca il tunnel giudiziario senza ritorno.
Poi i leghisti oggi inveiscono contro l’Elemosiniere del papa che ridà la luce ai poveracci più sfigati!
E’ questa la giustizia di casa Salvini. La giustizia griffata Siri e Rixi, la legalità made in Legnano, la trasparenza (sic) della Regione Lombardia assicurata dal governatore Fontana, e chi più ne ha più ne metta.
E’ normale, per un paese “civile” e “democratico”, avere un vicepremier e al tempo stesso ministro dell’Interno che con una mano imbraccia il mitra e con l’altra tiene il rosario?
Commenta il filologo e politologo Luciano Canfora, uno dei pochi lucidi intellettuali rimasti su campo: “La foto di Mussolini con il fucile in mano ce la siamo dimenticata? Salvini in tutto e per tutto imita Mussolini, continua a mimare il suo modello”.
FASCISTOIDI O CHE ?
Nota ancora Canfora: “Prima Salvini parlava di Padania, adesso di italiani da difendere prima di tutto, quando parlerà di esseri umani?”.
Fascisteggiante, fascistoide, Movimento Sociale di massa: non lesina definizioni, Canfora, per disegnare il profilo neo leghista.
E sottolinea: “Il fascismo è un fenomeno che prende forme diverse e ha sostanzialmente sempre la stessa natura”. Una natura “che si ritrova nella congiunzione che Salvini attua, con il suo dire e con il suo agire, tra la sollecitazione del peggio dalle masse non preparate, scatenandole contro il nemico esterno, e il legame con la parte più retriva della classe capitalistica”.
I segni – noterebbe Umberto Eco – non sono quisquilie oppure pinzellacchere. Sono messaggi lanciati alle folle elettorali: la caratterizzazione antropologica, la faccia truce, gli occhi minacciosi, le parole d’ordine, gli slogan soprattutto razzisti e xenofobi, i balconi (ultimo quello di Forlì), è tutto un vocabolario per attirare il grosso bacino elettorale di destra, che parte da Forza Nuova e da CasaPound.
Ed è un preciso segnale politico quello di aver scelto la giovane casa editrice emanazione di CasaPound per pubblicare l’autobiografia nel segno del ducetto: “Io sono Matteo Salvini”.
Chi era De Gaulle? Oppure Napoleone?
MOSCERINI ROSSI
Un po’ come se un Giorgio Napolitano quando era titolare del Viminale avesse pubblicato le sue memorie con l’editrice del brigatista Renato Curcio, “Sensibili alle foglie”.
Eppure oggi non si muove foglia, davanti ad una iniziativa che definire eversiva da parte di un ministro, per di più dell’Interno, è solo eufemistico.
Ma il fascismo non esiste più, è un fantasma solo evocato da quegli imbecilli di sinistra, dai “moscerini rossi”, come sottolinea ‘O Sceriffo con la sua neo entomologia politica da Bignami.
Forza Nuova, come CasaPound, però, non sono un’astrazione metafisica, purtroppo esistono in carne ed ossa, manganelli e spranghe di ferro.
E chissenefrega se – come abbiamo altre svolte rammentato – il capo di Forza Nuova, Roberto Fiore, è stato condannato a nove anni per tentata strage e ha trascorso la sua latitanza dorata a Londra? Un camerata che va recuperato.
“CARTA” STRACCIA
E’ normale, per un Paese “civile” e “democratico”, che il vice premier del Consiglio, segretario di un partito di maggioranza, e ministro della repubblica, per di più di un dicastero strategico come quello dell’Interno, faccia ogni giorno a pezzi e bocconi la Carta Costituzionale? Come un sacerdote che getta le ostie in discarica.
Vengono perseguiti i cittadini che espongono al balcone di casa propria un VaffaSalvini e nessuno alza un dito verso ‘O Sceriffo che calpesta la Costituzione. Naturale? Normale?
In qualunque tribù centroafricana (dove però esistono grossi bagagli culturali) cose del genere farebbero ridere (o rabbrividire) i polli locali. Da noi no. Tutto ok.
Guerra senza quartiere ai moribondi nei barconi, ma chissenefrega di toccare i super vip a bordo dei loro yacht. E’ questa la politica fiscale che ‘O Sceriffo vuole?
Come la Flat Tax, la tassa più ingiusta del mondo. E anche la più illegale. Come non rendersi conto della immoralità e antieconomicità di una tassa piatta, uguale cioè per la Fiat e per il negozietto di caramelle, per un Tronchetti Provera e il fruttivendolo all’angolo?
Eppure anche su questo ‘O Sceriffo vuol dire la sua: perché le competenze del Viminale si allargano su tutto il panorama politico. Proprio come quei reucci che non vedevano tramontare mai il sole sui loro imperi…
P.S. Nella Treccani è entrato ufficialmente il termine “Salvinate”. Leggere, via internet, per credere non si tratti di una fake news.
E invitiamo i lettori a inviarci pareri flash sui 365 giorni di ‘O Sceriffo Salvini al governo del Paese. Per continuare nella “sceneggiata”…
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