Salvineide, serial infinito

L’ironia, interpretata al meglio, colpisce i suoi bersagli più del fiume di mille argomentazioni critiche. Le contestazioni rituali a Salvini, di chi gli si oppone politicamente, poco hanno scalfito il 30 e più percento di consensi che gli riconoscono gli ultimi sondaggi prima del black out pre elettorale che li vieta. La satira è altrimenti efficace.

Nasce la “Giornata nazionale dei balconi” e chi lo avrebbe mai immaginato in casa Pd e associati. Fioccano le adesioni (Milano, Roma, Bologna, , Cagliari, Perugia). Il capoluogo lombardo replica alla repressione dei contestatori ordinata dal ministro dell’Interno con lenzuola alle finestre e lo slogan “Salvini, togli anche questi”. Oggi comizio del vicepremier in Molise e la risposta: duecento striscioni con un esplicito “Campobasso schifa la LEGA”. Gli fa eco Bari: “Senza confini, mai con Salvini, Bari non si LEGA, refugees welcome”.

Non frugherà nelle tasche di Salvini chi sopporterà l’onerosa incombenza di sanare il debito del Paese più alto di miliardi per colpa dello spread che s’impenna pericolosamente. E così, il ministro del Carroccio, spericolato a danno degli italiani, azzarda un incosciente “Superare il vincolo deficit-Pil del 3% si può, anzi si deve”. Il ferale livello di schizofrenia è ulteriormente avvelenato dalla successiva dichiarazione di un possibile sforamento del 5% . Schizza in alto il differenziale tra Buoni del Tesoro italiani ebond tedeschi. In un amen vanno in fumo miliardi di euro. In Italia, gli ricorda Di Maio, l’evasione fiscale è di 300 miliardi di euro di evasione fiscale, ecco che fare”. Zingaretti: “Se continua così, non avranno più i soldi per pagare servizi fondamentali come scuola e sanità” e rilancia l’attacco al governo perché si dimetta. Ma poi, con quale esito se non quello di assistere impotenti alla blasfema alleanza post elettorale Lega-Forza Italia, neofascisti della Meloni con sostegno “morale” di Casa Pound e di Forza Nuova?

Tutto da godere, come un horror seriale, il capolavoro letterario della Giannini, in estasi mistica per la scrittura di “Io Salvini”. I questa nota ci permettiamo di farvi dono della sublime prima pagina del libro pubblicato dall’editore fascista Francesco Polacchi, che propone un paio perle sul fascino del “Ce l’ho duro”, di cui sarebbero piacevolmente drogate le donne italiane, ma proprio tutte: “Il suo è il cognome più cliccato su Google in Italia. È l’uomo più desiderato dalle donne dello Stivale, anche, di nascosto, da quelle di sinistra, malgrado non abbia propriamente la faccia del latin lover. C’è chi pagherebbe oro per vederlo nella quotidianità della vita privata o solo per prenderci un caffè. Non è riuscito solo a portare il suo partito dalle misere percentuali di un tempo a quelle di una forza di governo stabilizzata e solida, ma ha toccato il cuore della gente, con quella naturalezza che solo chi parla senza aver paura di niente può avere”. A seguire l’aneddoto strappa lacrime sull’infanzia del ministro da una felpa al giorno. “Di ingiustizie, nella vita, ne ha subite anche lui, sin da piccolo, quando racconta ironicamente che all’asilo gli rubarono il suo pupazzetto di Zorro”. Ecco l’empito elegiaco, da nobel della letteratura, da tutti noi atteso e ripreso su Twitter da fan piangenti per l’episodio di bullismo subito un tenera età dal rude coinquilino del governo gialloverde.

Il titolo in prima pagina di Repubblica è un piccolo capolavoro di satira politica. Denuncia così l’assenteismo parlamentare e istituzionale, cronico, di Salvini. Occhiello: “Al Viminale per modo di dire”. E al di sotto, a caratteri cubitali “IL MINISTRO TORNO SUBITO”. Sommario: “Salvini in ufficio non c’è mai. Gira l’Italia sugli aerei speciali della Polizia” (E io pago, diceva Totò, ndr).


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