“Libri al rogo, la libertà è minacciata”. E’ l’ultima dello Sceriffo Matteo Salvini dopo le accese polemiche per la presenza della casa editrice fascista di Casa Pound al Salone del Libro di Torino.
Ai confini della realtà. Da neuro.
Siamo un Paese ormai ridotto a livello di repubblica sudamericana delle banane più marce. Con un ministro degli Interni – non un amministratore di condominio – che si vede pubblicare l’intervista-biografia, con il viso ducesco in copertina, da un giovin editore cresciuto a pane e Casa Pound, un movimento che non è proprio l’emblema della libertà e della democrazia. Un giovin editore che afferma: “Sono fascista. Il più grande statista è stato Mussolini”.
Fino a prova contraria l’apologia di fascismo è ancora un reato, un grave reato contro la Costituzione, un’offesa alla democrazia, quella autentica. Un ministro degli Interni dovrebbe saperlo. Invece che fa? Calpesta quella Costituzione e fa stampare le sue memorie da un fascista doc.
Non ha ben presente, Sceriffo-Salvini, che i cugini di Casa Pound sono i militanti di Forza Nuova capeggiati da Roberto Fiore, condannato a 9 anni per tentata strage e latitante d’oro a Londra, non proprio una giovane marmotta.
Se ne fotte, Sceriffo Salvini, della Resistenza e della Liberazione, se ne è altamente fregato del 25 aprile: ripetiamo, non l’amministratore di un condominio che può pensare e fare quel che vuole (ma inneggiare al fascismo e al duce, come è successo a piazzale Loreto giorni fa, no), mentre il titolare del Viminale dovrebbe rispettare quella Costituzione che ogni giorno calpesta.
Si fa immortalare, Sceriffo-Salvini, con un bel mitra in pugno e fa girare l’immagine sui social, via internet.
E poi di volta in volta vestito da poliziotto, da paracadutista, da vigile del fuoco, ci mancano solo Gianduia e Pulcinella, che però è terrone.
Si fa immortalare, Sceriffo Salvini, in compagnia di un capo ultrà del Milan, pregiudicato per reati non da poco come lo spaccio di droga. Ottimo e abbondante, come messaggio, per i cittadini. Un messaggio che arriva da chi è responsabile dell’ordine pubblico in questo disgraziato Paese.
Ma oggi Salvini dichiara guerra alle droghe ultraleggere – la vera emergenza di oggi – e vuol chiudere tutti i negozietti dove viene, arci legalmente, venduta una innocua cannabis.
Adesso i libri al rogo. Forse non rammenta, lo storico Salvini, che quei roghi erano di stampo prettamente nazista, come documentava il bellissimo Fahrenheit 451? O ha bruciato anche quella pellicola di Truffaut?
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