Soliti bla alla Giornata mondiale per la libertà d’informazione, nel nostro Paese. Solite beghe di cortile, solite cifrette snocciolate da perfetto ragioniere, solite classifichette che non fanno capire un acca sulla vera libertà d’informazione.
Minacciata non solo per mano mafiosa, come dimostrano i tanti giornalisti morti quotidianamente sul campo (in Messico è appena stato ammazzato il quarto cronista da inizio anno), le crescenti minacce, le intimidazioni e azioni squadriste; ma soprattutto – come purtroppo ci troviamo a dover sottolineare da anni e anni – in guanti bianchi.
Per via giudiziaria: potendo contare lorsignori, i ‘potenti’ di turno, su una magistratura nella sua gran parte ormai omologata, appiattita, uniformata per condannare, soprattutto in via civile, il giornalista scomodo o ficcanaso di turno.
Non si contano ormai più siti o giornali autogestiti chiusi da un giorno all’altro per via giudiziaria, con citazioni civili da decine di migliaia di euro, vere e proprie pistole fumanti che ormai in tempi brevi si traducono in condanne esecutive con tanto di ufficiale giudiziario che ti suona alla porta. Per fare un esempio, mesi fa fa è stato costretto a chiudere un ottimo quotidiano on line, Primadanoi, per anni sul fronte della cronaca abruzzese e ora costretto al silenzio.
Muore ogni giorno la democrazia, il diritto all’informazione per i cittadini, il dovere di dare informazione per i giornalisti.
Ma qualcuno se ne fotte? Se ne fregano i 5 Stelle, tutti presi a levare l’ultimo ossigeno a Radio Radicale? Se ne fotte il Pd, fin dai tempi di Massimo D’Alema impegnato nell’attaccare quel che resta della stampa? Se ne fottono sindacato e ordine, che ritengono sufficiente una tavola rotonda o un flash mob rispetto alla sostanza delle cose, che si si traduce in una lenta, progressiva ma certa morte di quel che resta dell’informazione?
35 anni fa veniva ammazzato Giancarlo Siani. Oggi non c’è bisogno di ammazzare un giornalista, da noi, una tantum: quei pochi ancora impegnati sul campo vengono azzannati un pò per volta, pezzo a pezzo, giorno per giorno. Nel più assordante silenzio…
Nella foto la manifestazione FNSI
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