Il colosso farmaceutico britannico Glaxo SmithKline, leader nella produzione dei vaccini, è sempre più alla conquista del mercato e anche del territorio italiano.
E’ stato infatti appena tenuto a battesimo (28 marzo) un centro di controllo qualità hi-tech a Rosia, in provincia di Siena, dove già esiste un grosso polo industriale per la produzione di vaccini.
Secondo gli esperti il nuovo impianto permetterà di ridurre sensibilmente i tempi di produzione dei vaccini stessi, soprattutto condensando i “controlli”. I quali passeranno da una media di 120-125 a non più di 20-25: una riduzione molto drastica, che consentirà di far crescere il tasso di produttività degli impianti e quindi di aumentare i profitti. Il tutto – assicurano a GSK – senza intaccare la qualità dei prodotti.
E’ noto che uno dei nodi fondamentali è proprio la qualità dei vaccini, spesso e volentieri messa in discussione da studi scientifici. Come è successo pochi mesi fa con una ricerca voluta dal Corvelva – un’associazione veneta che da oltre vent’anni si batte per un uso consapevole dei vaccini – e cofinanziata dall’Ordine Nazionale dei Biologi.
Sconvolgenti i primi risultati, attraverso cui si è scoperto che in due lotti di vaccini presi in esame c’era di tutto e di più: perfino erbicidi e glifosati!
Insorge il solito gruppo di soloncini capitanato dal numero uno dei Pro Vax, il massone Roberto Burioni, che parla di totale inattendibilità dello studio e dà come di consueto del “Somaro” a tutti.
C’è chi osserva tra gli esperti non filo-Burioni: “La qualità dei vaccini è il primo tassello per una medicina che pensi alla salute più che ai profitti. Ridurre i tempi dedicati ai controlli, a parte le rassicurazioni di rito, non è un buon segnale”.
Da anni si batte per la qualità dei vaccini l’oncologo del Pascale di Napoli Antonio Marfella, una vita a denunciare le crescenti patologie tumorali nella Terra dei Fuochi. Marfella da sempre auspica un ritorno alla produzione pubblica sul fronte dei vaccini, in modo da garantire la qualità più assoluta e i controlli più ferrei.
Alla GSK gonfiano il petto per il nuovo investimento da 40 milioni di euro. Osserva l’amministratore delegato di GSK Vaccine Italia Rino Ruoppoli: “Investire più di 40 milioni in un centro di questo genere vuol dire avere fiducia nel futuro: il nuovo edificio è all’avanguardia per i vaccini di adesso, ma soprattutto è pronto per la qualità del futuro”.
Controbatte un giornalista in prima fila per una medicina a misura d’uomo, Marcello Pamio: “Vaccini sempre meno sicuri e sfornati a ritmo sempre più accelerato, perché se il nuovo centro in Toscana, per quanto hi-tech, ridurrà i tempi e il numero dei controlli, è ovvio che la sicurezza verrà meno”.
Ma la Toscana si prepara ad ospitare un altro grosso investimento, stavolta promosso dalla svizzera KPMG International Cooperative, tra i 60 e gli 80 milioni di euro per dar vita ad un maxi centro specializzato nella revisione e organizzazione contabile, per fornire servizi professionali alle imprese. Quelle farmaceutiche in prima fila, come Eli Illy, GSK Vaccines e Kedrion (la corazzata di casa Marcucci con il renzianissimo Andrea capogruppo del Pd al Sentato).
A sua volta KPMG è riconducibile ad una serie di sigle olandesi. Come al solito gli intrecci societari sono tra i più variegati.
Nei piani, verrà attrezzata un’area di quasi 130 mila metri quadrati, di cui la metà adibiti a magazzini di stoccaggio per prodotti farmaceutici (in primis i vaccini) a temperature controllate.
La Toscana, secondo gli addetti ai lavori, si avvia a diventare uno dei poli industriali più importanti a livello nazionale, soprattutto sul versante farmaceutico. Del resto, fu proprio il governo guidato da Matteo Renzi a proporre l’Italia, nel 2014, come “capofila mondiale per le vaccinazioni”.
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