Che primavera. E l’Italia, si desta?

Buongiorno Italia. Milioni di pensionati e non si tratta solo di pensioni d’oro, si sono svegliati bruscamente con un meno qualcosa in tasca e la prospettiva di maggior prelievo nei prossimi mesi. Di che è parliamo: i vigliacchi del governo dell’incompetenza, impicciati nello sbandierare le meraviglie del contratto di alleati teoricamente incompatibili, ma nei fatti solidali, hanno scoperto di non avere in cassa la copertura per reddito di cittadinanza, quota 100 e flat tax. Il povero Tria, ministro economista dotato di onesta obiettività, prova a spiegare che per mettere una gigantesca toppa al buco finanziario non c’è alternativa a un paio di stangate. Nemmeno Berlusconi aveva osato infliggere tanto al Paese. Milioni di pensionati hanno imprecano contro il “governo ladro” per l’amara scoperta della decurtazione subita sul cedolino personale dell’INPS. Per i più avveduti lo sconforto è diventato incazzatura dopo una rapida indagine da internauti. Più di un sito, alla voce “tagli delle pensioni” descrive i termini in chiave variabile dei prelievi che il governo ha decretato con una legge in vigore dal Gennaio del 2019, ma messa in pratica da questo mese di Aprile. In base alla norma, legittima, sulla retroattività, l’INPS, nei prossimi mesi tratterrà quanto per colpa del governo non ha prelevato a Gennaio, Febbraio e Marzo.

Il pessimo risveglio (non è non è il primo Aprile), deve sopportare netti peggioramenti in base a quanto Tria preconizza come inevitabile. Come effetto del previsto deficit di cassa, in crescendo, Di Maio e Salvini dovranno far digerire agli italiani le conseguenze dell’ aumento dell’Iva, dal 22 a l 23 percento, che ricadrà su tutti i generi di consumo.

E’ sempre Tria a lanciare l’allerta e il peggio è nel passaggio successivo dei suoi avvertimenti. Paventa la mazzata della famigerata patrimoniale, ovvero l’esproprio coatto dei risparmi degli italiani. Osservate con quanto tatto lo definisce il ministro al Salone del risparmio: “Il patrimonio è di per sé un valore, ma esprime una funzione sociale se messo al servizio della crescita della comunità” Un capolavoro di diplomazia per dire che metteranno mano ai risparmi degli italiani. Chissà cosa ne pensano donne e uomini, che con rigorose privazioni mettono da parte i risparmi, come laboriose formiche, per garantire lo studio ai figli, sognare di acquistare una casa, metterli da parte per affrontare gli acciacchi della vecchiaia.

Nessuna meraviglia se Tria deve guardarsi da un duro, concentrico attacco di Lega e 5Stelle, che affidano Conte, parole rassicuranti in puro pinocchiese: “Il prossimo anno (cioè quello in corso, ndr) sarà splendido”. E Conte si associa ai vice premier nel demolire la credibilità di Tria. Dialoga con Junker, replica all’affermazione che l’allarme lo ha lanciato il ministro del Tesoro. Conte, testuale: “Non parlava a nome del governo”. Stupefacente. In tandem Salvini e Di Maio tengono sulla graticola Tria per non aver provveduto a risarcire i risparmiatori truffati dalle banche. L’ostilità si inasprisce con l’accusa alla consigliera del ministro del Tesori di essere in conflitto d’interessi e lei si dimette dall’incarico nella società di software StMicroelectronics. Tirato dentro anche il figlio della seconda moglie di Tria. Ad azionare un freno è il presidente della Repubblica, che si fa sentire con il monito “stop agli attacchi”, segno esplicito di fiducia per le serie preoccupazioni esternate dallo “scomodo” ministro.

Non è più distrazione, sciatteria, malcostume giornalistico. L’atteggiamento della redazione sportiva di “Repubblica” è una patologia in forma cronica. Anche oggi il match di campionato del Napoli, secondo in classifica, riceve dal giornale fondato da Scalfari un misero quadratino con le formazioni e niente di più. Le pagine centrali di settore sono appannaggio di Milan e Inter, la terza è dedicata al calciatore della Juve Kean e alla squadra bianconera. La quarta alla Ferrari. Bravi, ma veramente bravi!


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