Mare nostrum, o di chi?

Peccato, in politica non c’è un arbitro che tiri fuori il cartellino rosso e sbatta fuori dal campo un parlamentare, un ministro scorretto. Il rammarico è indotto dall’ultimo dramma dell’emigrazione che ha come teatro il Mediterraneo. Il mercantile El Hiblu 1 raccoglie 100 migranti a bordo e vira in direzione della Libia, dove li avrebbe ricacciati tra le grinfie di aguzzini, nei lager, che ci è disgraziatamente passato, racconta luoghi di violenze efferate, fino alla tortura. I profughi si ribellano e impediscono alla nave di proseguire nella rotta per la Libia, inducono il comandante del mercantile a invertire la rotta e a puntare su Malta. Informato della vicenda, lo xenofobo ministro dell’Interno italiano, trasforma la richiesta dei migranti in un atto di pirateria. “Nessuno di loro”, commenta a caldo, “entrerà in Italia”. Non dice nulla sul decreto infranto più volte dei porti italiani chiusi all’emigrazione. Ignora, o finge di non sapere che gli barchi a Lampedusa non si son mai fermati.

Si apre un altro capitolo giudiziario a di Salvini. Come per la Diciotti la magistratura gli imputa il gravissimo reato di sequestro di persona per il caso della Sea Watch, bloccata per dodici giorni nella acque di Siracusa. Ora la decisione se processarlo, è del tribunale dei ministri di Catania, poi eventualmente del Senato dove Salvini è blindato dai voti di Lega, M5S, forza Italia e Meloni, con una dimostrazione collettiva di menefreghismo nei confronti della magistratura.

Salvini: “Poveri naufraghi, dirottano il mercantile che li ha salvati perché vogliono decidere la rotta della crociera (!!!). Io dico ai pirati: l’Italia scordatevela’. Questa è la dimostrazione più evidente che non si tratta di un’operazione di soccorso, ma di un traffico criminale di esseri umani che arriva addirittura a dirottare un’imbarcazione privata. E’ un atto di delinquenza, di criminalità organizzata. Le acque italiane sono precluse ai criminali”.

La Linardi, portavoce della Sea Watch: “Nei salvataggi di cui sono stata testimone ho visto persone che si sono buttate in mare preferendo affogare piuttosto che tornare in Libia”. E su Salvini: “Nei giorni in cui eravamo bloccati in porto avevamo chiara la percezione che i rappresentati delle istituzioni locali non erano libere di prendere decisioni. Era evidente che ci fossero ordini superiori. Siamo testimoni scomodi, possiamo testimoniare su un sistema in atto proposto come soluzione dall’Europa, che invece incrementa gli abusi sulle persone intercettate da parte della Libia. Sappiamo cosa succede ai migranti riportati in Libia”.

Chiarissima l’analisi della Confindustria, cioè del massimo osservatorio sulla salute della nostra economia. E’ crisi e così seria da temere il salto nel buio delle recessione, a prescindere dalla sofferenza generalizzata dell’Europa. Lo documenta una corposa analisi del centro studi e conferma i giudizi negativi delle agenzie multinazionali di rating. Fibrilla il governo giallo verde e per non saltare neppure un giorno, litiga. La lega minimizza e si scaglia contro i gufi, Di Maio lo contesta: “Noi siamo preoccupati” e dà ragione alla Confindustria.

Teatro di San Marino, in scena Grillo. Attacca Salvini, lo definisce un ’bluff’, ma non risparmia neanche i Cinque Stelle: “Luigi Di Maio è una garanzia senza ancora l’avviso. L’ho conosciuto nel paesino dove abitava, mi ha presentato suo papà che voleva vendermi due carriole in nero, ma adesso non so con chi prendermela, non so che tipo di satira devo fare. Posso fare satira su Toninelli? Gli direi solo: evita per favore di dire che tua moglie si è comprata un diesel. È ingenuo, una persona straordinaria, solo ha una leggera sindrome di Asperger”. Grillo è contro la Tav, contro la legittima difesa (“quando hai una pistola in mano, non vedi persone, ma solo bersagli, l’oggetto ti condiziona all’uso). Se entra un leghista basta tenere un libro e tirarglielo in testa”). Si augura il ritorno di Berlusconi per poter “rispolverare tutto il repertorio” e si prepara ad affrontare un processo per vilipendio all’allora presidente Giorgio Napolitano. “Se devo andare in carcere, spero almeno di andarci con Roberto Formigoni”.

 

Ultim’ora

Il Papa non riceve Salvini. Se la politica nei confronti dell’emigrazione rimane questa, nessuna udienza privata. Il destinatario del messaggio di papa Francesco è Salvini, che invano, da tempo, ha provato a ottenere un incontro con Bergoglio. Non ci vuole la zingara, come dice una canzone napoletana, per capire che l’intenzione è di accreditarsi con il mondo cattolico e di strappare al pontefice un selfie da postare sui social.  Siamo legittimamente curiosi. I Tg della Rai, oramai salvinizzati, daranno la notizia e come?

Come la pensa Francesco sui migranti è noto. Salvare le vite e accompagnare una vera integrazione, con prudenza. Ieri il Papa ancora una volta ha parlato chiaro, entrando nelle questioni specifiche. “Tenere una nave ferma è un’ingiustizia. Perché lo fanno? Perché farli annegare?”. Lo ha detto a un giornalista spagnolo, che gli ha chiesto come la pensa sulla nave di Open Arms bloccata nel porto di Barcellona.


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