Staffetta Gattuso-Salvini, perché no?

E’ imminente una petizione dei tifosi milanisti, primo firmatario il capo degli ultra, personaggio da tenere lontano, ma non per Salvini, che di recente si è intrattenuto con lui in amabile conversazione. Chiederebbe alla società rossonera di licenziare l’allenatore Gattuso e di ingaggiare il ministro dell’Interno, gongolante per la possibilità di indossare maglietta, tuta e giubbotto milanista, da aggiungere alla collezione di felpe. L’iniziativa nasce da un nuovo attacco a Gattuso del ministro e vice premier della Repubblica, che anziché preoccuparsi di finire a San Vittore per aver ordinato il sequestro di migranti e personale della Diciotti e della Sea Watch, interferisce con la guida della squadra di cui è tifoso e bacchetta il tecnico dopo il pareggio in trasferta con la Roma che, tra l’altro, potrebbe essere decisivo per la conquista del quarto posto. Il tetro picconatore del Carroccio ha criticato per le sostituzioni operate da Gattuso e secondo la sua “elevata competenza” per aver perso due punti, come se il Milan li avesse regalati a una formazione di dilettanti allo sbaraglio. Salvini: “Non capisco come si possa lasciare Calhanoglu un campo per 90 minuti”. Gattuso, signorilmente non ha risposto.

In corso di “Che tempo che fa”, Fazio, per chi sa interpretare le sfumature, ha quasi preparato l’addio al programma e alla Rai. Sotto accusa, bersaglio di attacchi della Lega per 25 volte da quando è in piedi il governo gialloverde, ha strutturato la serata per far saltare i nervi a Salvini. Gli ospiti: Fico, presidente della Camera, europeista convinto, paladino dell’accoglienza, ostile al ricorso del governo in carica a tanti voti di fiducia e protagonista di una chiara provocazione: “Non mi opporrei alla richiesta di procedere del Senato se lo richiedesse il tribunale dei ministri”. E sulla Tav: “Il M5S è stato sempre, costituzionalmente, per il No e non è possibile tornare indietro”; prima di Fico la figlia di Borselllino, protagonista di un lucido je accuse alla magistratura, che la politica ha indotto a depistare le indagini sull’attentato al padre e alla sua scorta; altri ospiti il comandante di una nave Ong e il mitico medico condotto di Lampedusa, esemplari protagonisti di solidarietà per i profughi e di accuse esplicite o indirette a chi respinge i migranti e contribuisce alla strage del Mediterraneo. Insomma, una puntata anti Salvini. Sfinito per la difficoltà di lavorare in condizioni “faticose” e aggravate da ostilità della direzione generale Rai, Fazio avrebbe detto un significativo “Meglio emigrare”.

E’ lodevole l’intenzione di restituire visibilità a cantanti del passato dimenticati dal pubblico e dai media. L’idea è del programma Rai “Ora mai più”, condotto dall’asso pigliatutto Amadeus. Ad ogni cantante del tempo che fu si affianca un cosiddetto “maestro” e qui iniziano le dolenti perché scende in campo uno stuolo di personaggi da reparto geriatrico che assolderebbe volentieri la nota casa di cosmetici antirughe all’acido ialuronico per pubblicizzare il prodotto. I “maestri” se la cantano e se la suonano, nel senso che sono i giudici delle esibizioni e a turno eseguono le canzoni al fianco degli artisti usciti dal circuito. Passi per i capelli bianchi, ma fanno torto all’immagine di un tempo dei vari Toto Cutugno, Rita Pavone, Fausto Leali, Ricchi e Poveri, i loro volti rugosi, gli occhi spenti, le voci incerte. Impressiona il volto di Ornella Vanoni devastato dalla chirurgia plastica che peggiora il degrado dell’età, la sua partecipazione condita di commenti da svampita. Ieri sera è accaduto l’inverosimile. Durante un’esibizione di Pecora e Masini la Vanoni ha reclinato il cappo sul petto e si è addormentata. Al risveglio si è così giustificata: “Sono molto stanca perché sveglia dalle prime ore del mattino, quando la mia cagnolina ha cominciato ad abbaiare”. Merita tutta la comprensione, ma perché invitarla e cancellare il ricordo di quando era giovane e affascinante?


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