Dopo 33 anni il giallo Palme torna alla ribalta delle cronache svedesi e non solo. La ripertura delle indagini sull’omicidio dell’ex premier Olof Palme, infatti, è stata decisa dagli inquirenti in seguito ad alcune rivelazioni e ricostruzioni contenute nel libro “La folle inchiesta di Stieg Larsonn” appena uscito in Francia e firmato da Jan Stocklassa, diplomatico e giornalista svedese.
L’autore prosegue nel decennale lavoro d’inchiesta svolto da Stieg Larsonn, diventato celebre in tutto il mondo dopo la sua morte, 18 anni fa, per la trilogia Millenium, ossia “Uomini che odiano le donne”, “La ragazza che giocava con il fuoco” e “La regina dei castelli di carta”, vendite record pari a circa 90 milioni di copie in tutto il mondo.
Una vita dedicata al giornalismo investigativo, quella di Larsonn, che aveva iniziato come reporter per la piccola agenzia di stampa Tidningarnas telegrambyra, e dall’uccisione di Palme aveva cominciato a raccogliere una smisurata serie di materiali ed effettuato minuziose ricerche. La sua pista era ben precisa e puntava sugli ambienti dell’estrema destra paranazista in Svezia. In particolare stava documentando i rapporti tra i neri svedesi e i razzisti sudafricani. Nel periodo finale della sua premiership, Palme aveva avviato una campagna di forte denuncia contro i trafficanti d’armi in combutta, appunto, con ambienti dell’apartheid sudafricana.
Nel volume di Stocklassa fa capolino il nome del possibile killer, un militante dell’estrema destra, Jacob Thedelin, la cui foto era contenuta nel volume stesso. Ma i giudici svedesi hanno costretto autore ed editore a rimuovere da “La folle inchiesta di Stieg Larsson” sia i riferimenti a Thedelin che la sua foto: quando si dice la “(social)democrazia” svedese…
Fin dagli inizi della sua carriera, Larsonn è stato in contatto con una rivista britannica in prima fila sul fronte del giornalismo investigativo, Searchlight, soprattutto per smascherare i nazi in mezzo mondo (tra l’altro negli anni ’90 documentò le acrobazie politiche e finanziare del fondatore di Forza Nuova, Roberto Fiore, che dopo la condanna a 9 anni per tentata strage era scappato in Inghilterra). E proprio a quel modello Larsonn ispirò la sua rivista Expo, nella cui redazione vengono ambientati molti squarci di Millenium.
Stocklassa ha chiesto proprio al nuovo caporedattore di Expo, Daniel Poohl, di poter consultare l’immenso archivio di Larsonn, una ventina di scatoloni zeppi di documenti, appunti, compreso un memorandum di 7 pagine scritto di suo pugno, inviato trent’anni fa a Searchlight e oggi diventato il punto di partenza per la fresca mega inchiesta di Stocklassa, sulla cui base si è riaperto il caso a Stoccolma.
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