Rieccola, succede scandalosamente al “Fatto” di Enzo Biagi

Più che sovranista, ultima tappa di un percorso ideologico da incorniciare, perché i giovani ne traggano opportune riflessioni, la signora Giovanna Maglie esemplifica il massimo del trasformismo opportunista. Nasce politicamente comunista, all’ombra di Pajetta, poi è fulminata sulla via di Damasco da Craxi, da lui riceve gratificazioni professionali con l’assunzione in Rai e in seguito l’incarico di corrispondente dagli Stati Uniti. Chi verifica la sua nota spese salta sulla sedia, rilevando cifre spropositate, ingiustificate. La Maglie evita l’onta del licenziamento con le dimissioni e salta sul carro del berlusconismo. Per coerenza scrive sul “Giornale”. L’ultima tappa dell’involuzione è l’approdo al sovranismo. E’ una convinta fan dell’impresentabile Trump e prepara il momento della vendetta, che arriva puntuale con il governo gialloverde, intento a far man bassa dei ruoli di vertice della Rai, di reti e TG. In quota Lega la Maglie è destinataria della proposta di gestire la striscia informativa che succede al Tg1 delle 20, spazio magistralmente condotto da Enzo Biagi, epurato da Berlusconi. La strategia del predatore Salvini è palese. In quella fascia di massimo ascolto, la signora Maglie sarebbe la portavoce del Carroccio, pronta a parlare a comando .alla pancia del Paese. Insorge l’Usigrai, il sindacato giornalisti Rai. Ricorda all’azienda, ma anche all’opinione pubblica, che la Signora Maglie da tre anni non è più iscritta all’ordine. Non è noto se perché non si sente più giornalista o per non pagare la quota annuale di iscrizione.

La fame predatoria dei giallo verdi, sostenuta dai vertici Rai, non si esaurisce con questa incredibile prospettiva. Infastidita, ma è dir poco, dal programma non gradito di Fazio, Rai1, la rete di regime affidata a Teresa De Santis, si prepara a spostare “Che tempo che fa” al martedì e di anticipare l’immortale Vespa subito dopo l’episodio di lunedì prossimo del Montalbano di Camilleri, che affronta il tema dell’accoglienza ai migranti, a cui partecipa attivamente il commissario interpretato da Zingaretti. Mini epurazione.

Per apprezzare l’ipocrisia che condisce il finto “volemose bene” della triade al vertice di governo, basterebbe sfogliare le collezioni dei quotidiani che raccontano le decine di liti, ricomposte mugugnando per restare aggrappato al potere. Un ultimo episodio di questa triste soap opera si deve alla disattenzione di Conte, che a colloquio con Angela Merkel, in un fuori onda ha detto letteralmente: “Salvini è contro tutti”. Tradotto, significa “Non ne possiamo più delle sue prepotenze”. L’ultima del “Ce l’aveva duro” leghista è la minaccia di blocco navale con divieto alle navi straniere di ingresso nelle acque italiane, in maniera tassativa alle Ong come la Sea Watch. Accertato che continueranno i viaggi dei migranti nel Mediterraneo, su gommoni e vecchi barconi in balia del mare in tempesta, quanti morti si aggiungeranno alle migliaia di vittime di naufragi?

Si sospetta che il primo ministro Conte, come seconda attività, riceva clienti in un suo studio di veggente e che sia particolarmente esperto nel trarre auspici dalla sfera di cristallo. Come spiegare altrimenti l’ottimismo della sua sconcertante dichiarazione: “Male il Pil nel quarto trimestre, meno 0,2%, ma allegri, l’economia italiana nel 2019 navigherà a gonfie vele.” Più mago di così…

La prossimità alla recessione ispira una delle tante castronerie di Di Maio, che sentenzia: “Colpa dei governi precedenti”. Finge di non sapere che con i governi precedenti il pil era in crescita (+04%), lo spread e il debito pubblico in calo. Lo bacchetta la Commissione europea, il vice presidente Dombrovskis: “Della recessione è responsabile il governo italiano. Come temevamo, è colpa delle sue incertezze in politica economica”.


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