Sui vaccini, dati e notizie “non sono accessibili ai cittadini”. In pratica, è segreto di Stato.
L’incredibile diventa realtà il 23 gennaio, quando il ministro della Salute, Giulia Grillo, interviene nelle accese polemiche nate in occasione della presentazione in un’aula parlamentare del dossier elaborato dal Corvelva – la battagliera associazione veneta da anni attiva sul fronte dei “vaccini consapevoli”- e cofinanziato dall’Ordine Nazionale Dei Biologi.
Ad organizzare l’evento la 5 Stelle Sara Cunial, che vista la bufera decide di rimandare la decisione al suo ministro Giulia Grillo.
Ecco la risposta firmata Grillo: “L’Agenzia Italiana del Farmaco ha già risposto punto per punto al Corvelva. Risposte tecniche, non accessibili ai cittadini. Sono totalmente contraria a questi incontri fatti senza la controparte AIFA presente”.
Paole ai confini della realtà. Per il ministro pentastellato siamo un popolo bue, dei mentecatti ai quali non va fatta conoscere una relazione scientifica (la risposta dell‘Aifa) su un tema di tale interesse pubblico, i vaccini. Tutto secretato, tutto gestito da Big Pharma e dai suoi lacchè. I frutti avvelenati del clamoroso voltafaccia di Beppe Grillo.
Prende tutte le distanze del caso e rimarca il capogruppo 5 Stelle alla Camera, Francesco D’Uva: “Il movimento 5 stelle è favorevole alle vaccinazioni e chi, al suo interno, mette in dubbio il valore della scienza, non rispecchia il comune sentire”.
Ovviamente genuflesso davanti a Big Phama come al solito il Partito Democratico, che per bocca di Elena Carnevali, del gruppo di presidenza del Pd alla Camera, così parla, persino stizzita nei confronti della già prona Giulia Grillo: “Non basta la presa di distanza tardiva. Di fatto si è consentita la legittimazione del gruppo Corvelva che impudentemente ha fatto delle Fake news la sua mission, come la correlazione tra vaccini e disabilità, con una conferenza stampa nelle sedi parlamentari”.
Sul piede di guerra anche la Federazione Nazionale Ordine dei Medici, Chirurghi e Odontoiatri (Fnomceo) che rivolge il suo accorato appello al presidente della Camera Roberto Fico: “Esprimiamo la preoccupazione del mondo medico – dice il suo presidente, Filippo Anelli – per la diffusione, per di più in un luogo istituzionale come la Camera, di queste informazioni che sono valutate dall’AIFA come scarsamente attendibili e che, senza le opportune verifiche, creerebbero ingiustificati allarmi, soprattutto tra i cittadini e gli operatori”.
Tutta la storia è esplosa qualche settimana fa, quando il direttore de il Tempo, Franco Bechis, ha intervistato il presidente nazionale dell’Ordine dei Biologi, Vincenzo D’Anna. Parole che hanno illustrato alcuni degli choccanti risultati emersi (la presenza di molte “schifezze”, in quei vaccini, per fare un solo esempio i glifosati) dalla ricerca del Corvelva e sui quali sarebbe stato necessario
aprire un serrato dibattito, e per troncare ogni polemica “ripetere” quelle analisi su altri lotti di vaccini.
Facile come bere un bicchier d’acqua, e invece si scatena il putiferio, con accuse da brividi lanciate contro il Corvelva, neanche si trattasse del Ku Klux Klan. Inviperiti, soprattutto, scienziati e ricercatori (sic) alla corte del Vate pro Vax, Roberto Burioni, il massone secondo cui tutti sono somari (compresi i luminari Luc Montaigner e Giulio Tarro) e solo lui e i suoi accoliti hanno diritto alla parola.
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