Salvineide e dintorni

Era un caso in sospeso, ora è la richiesta del tribunale di Catania di indagare Salvini, per sequestro di persona e di minori. La Procura aveva chiesto l’archiviazione. Fosse processato rischierebbe da 3 a 15 anni di carcere, ma tutto dipende dal sì o dal no all’autorizzazione a procedere chiesta ai senatori e al Senato i gialloverdi hanno la maggioranza. Salvini: “Non cambio di un centimetro la mia posizione”. È indagato per il sequestro dei migranti (anche donne e bambini) sulla nave che li aveva salvati dalla morte in mare.

Sarà Salvini, con in testa il cappello di avanguardista e in divisa appropriata, che affacciato al balcone di palazzo Venezia dichiarerà guerra alla Francia? Le premesse ci sono: il battagliero Di Maio, imbeccato dal redivivo Di Battista, imputa a Parigi forme di neo colonialismo che sarebbero la causa prima delle migrazioni dall’Africa, l’ambasciatore italiano deve rispondere a Macron delle accuse e sono a rischio le partecipazioni francesi in grandi comparti della nostra economia. Se non è guerra è guerriglia.

Patti bilaterali Francia-Germania mettono l’Italia cenerentola in un angolo e Conte, probabilmente ispirato dal portavoce Casalino, dichiara: “Non parlerei assolutamente di lacerazione”. Ah no? E di che allora? In contestazione la latitanza degli ex terroristi, complice la Francia, la diatriba sull’accoglienza dei migranti, i suoi interessi in Africa sostenuti dalla moneta coloniale, i dossier economici, da Fincantieri a Vivendi, Tav. Tutti motivi di stridente contrasto tra i due Paesi.

In tema, la provocazione di Oliviero Toscani: “Salvini indossa la divisa? Ha il complesso da travestito, bada all’apparire più che all’essere. Per lui tutti i giorni è carnevale”. Il famoso fotografo propone una guerra partigiana contro il governo gialloverde e concorda con Gino Strada: “E’ fatto per metà da fascisti e per metà da coglioni”.

Due o tre cose sul reddito di cittadinanza. Scrive Gualtiero, X: “Egregio ministro, lavoro saltuariamente e quest’anno non sono in grado di sostenere i costi della frequenza universitaria di mio figlio. Mi dicono che non posso utilizzare il reddito di cittadinanza per sostenere spese di questo genere. Può cambiare la legge?” Richiesta ingenua.

Tutt’altro che sprovveduti i furbi, che non avendo i requisiti per godere della social card, inventano trucchi in sintonia con il detto “fatta la legge, trovato l’inganno”. Due le creative soluzioni: cambiare residenza e legalizzare finte separazioni matrimoniali per far rientrare il proprio reddito nei limiti richiesti. Esempio: a Savona, 60mila abitanti, il Comune ha registrato circa duemila richieste di cambio residenza e le prime verifiche dei vigili urbani denunciano che i richiedenti non abitano nelle case di separati. Idem a Palermo e a Napoli, ma non solo.

Che gran casino regna nel crescente disaccordo Lega-5Stelle. Su sponde opposte litigano come due galli nello stesso pollaio e la materia della rissa non risparmia nessuno dei temi contrastanti: Tap, Tav, migranti, trivellazioni, sovranismo, vaccinazioni, europeismo. Gli ultimi round si devono a Fico, strenuo ed esplicito sostenitore dell’accoglienza in nome dei diritti umani e delle leggi del mare e al truce principio del respingimento della Lega, favorevole alla conferenza stampa indetta dalla grillina Sara Cunial per la Corvelva, associazione No Vax, dal titolo “Vaccini-gate in Parlamento. La disobbedienza della Cunial irrompe nel recente episodio della firma congiunta di Grillo e Renzi a favore delle vaccinazioni. Grande imbarazzo e bufera in casa 5Stelle. Il deputato Pd Paolo Siani, pediatra e capo gruppo in commissione Affari sociali, chiede che sia annullata la conferenza stampa. D’Uva, 5Stelle: “Prendiamo le distanze. La Cunial ha prenotato la sala a titolo personale, senza informare il M5S che ha già detto più volte di essere favorevole alle vaccinazioni. In sintonia Giulia Grillo, ministra pentastellata della salute, l’Ordine dei medici, Forza Italia.

Sembrebbe giusta l’identificazione di Salvini con “Ce l’aveva duro”, a giudicare dalla generosità nei confronti di Bossi e famiglia, sollevati dalla grave accusa di aver messo mano alle risorse statali della Lega per faccende personali. Tutta la colpa sarebbe di Belsito, tesoriere della Lega Nord, condannato a otto anni di carcere. Se la cavano Bossi e figli, grazie alla benevolenza di Salvini che non li querela per i soldi truffati, appellandosi alla norma firmata da Renzi e Gentiloni, secondo la quale per perseguire il reato di appropriazione indebita è necessaria la querela della parte lesa. La querela non c’è.


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