35mila: cifra tragica della disumanità

Ipotesi: una micidiale epidemia contagia i 35 mila abitanti di una città e non se ne salva nessuno. La stessa, sconvolgente cifra è comune al tragico bilancio dei migranti ingoiati dal Mediterraneo in 15 anni: 35 mila vite di bambini, donne, molte incinte, giovani, in fuga dagli orrori dei loro Paesi. L’ultimo, sconvolgente bilancio, aggiunge alla cifra complessiva i 117 morti di un nuovo naufragio al largo delle coste libiche. Solo tre i superstiti, terrificante il loro racconto: “Ingoiati dal mare dieci donne, una incinta e due bambini, uno di soli due mesi”. Chi li ha sulla coscienza? Il mondo, più direttamente l’Europa e per non escludere nessuno Malta, L’Italia, la Comunità. Quale forma estrema di cinismo nasconde il rimpallo di responsabilità per l’ennesima tragedia? A questo punto è pura speculazione dialettica il tentativo di condannare questo o quello dei soggetti coinvolti: i morti nel Mediterraneo sono un delitto collettivo dell’umanità. Tre ore in mare, nel mare gelido di questo inverno, hanno ucciso quanti sapendo di rischiare a vita hanno sfidato le insidie del Mediterraneo. I soccorsi? Sono arrivati dopo tre ore dal naufragio, ma anche se fossero stati tempestivi avrebbero vagato chissà per quanti giorni in attesa dell’ospitalità di un porto com’è acacduto ai 49 naufraghi in balia del mare in tempesta per lunghe angosciose giornate e notti, infine sbarcati trasgredendo il divieto imposto ai porti italiani dal governo.

L’accostamento non è affatto casuale. In concomitanza con la tragedia delle 117 vittime, il ministro dell’interno, in abbigliamento da poliziotto, partecipava ad Afragola alla giornata anti camorra, vissuta dalla cittadina tra contestazioni e tifo da stadio. Foto reporter e giornalisti hanno documentato l’attimo fuggente di un giovanotto che con un inchino profondo si è piegato ib due per scoccare un bacio sulla mano tesa di Salvini. Ora, il vice premier del Carroccio non risulta che in un amen sia diventato prete, poi vescovo e infine cardinale, tanto meno papa a cui i devoti baciano la mano. Si tratta allora di altro e torna in mente un episodio avvenuto alcuni anni fa in una paese del nolano. Un vecchio contadino, con una vita di zappa e vanga sulle spalle, se ne stava seduto al sole accanto all’ingresso dell’unico bar. Un giovane dall’aria spavalda, tipico di chi frequenta la malavita, dopo aver superato la sedia dove sedeva il vecchio, con un passo all’indietro si era portato alla sua altezza e gli aveva sferrato un potente ceffone: “Quando passa Salvatore ’o tuosto, ti devi scappellare e devi salutare con rispetto”. Rispetto, parola chiave che evoca tempi e personaggi del passato ma molto attuali.

Per lui il nero è bianco, il falso è vero, la terra è piatta, i congiuntivi sono un optional dell’italiano e da ieri l’economia a trazione gialloverde è a un passo da un nuovo boom. Peccato che la Banca d’Italia, che ha titolo per tastare il polso alla condizione finanzia del Paese, affermi il contrario e cioè che rischiamo di nuovo la recessione. Che il “Dietrofront, Incompiuto e Figlio di papà Di Maio sia portatore di jella?”

Anche le pulci hanno la tosse. Furibondo botta e risposta tra accanite rivali show girl. Heather Parisi sfotte Lorella Cuccarini per il suo endorsement nei confronti dei sovranisti (Salvini & c) e le critiche al Papa, all’Europa, alle quote rosa. In risposta riceve l’invito a occuparsi di paradisi fiscali (perché svizzera) e non di questioni che riguardano chi vive in Italia e paga le tasse. Domanda: ma perché non si dedicano all’arte di sgambettare in tv?


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