Inizio d’anno scoppiettante in casa Eni. A metà gennaio, infatti, il nostro colosso petrolifero ha consolidato la sua presenza araba con la sottoscrizione di non pochi accordi strategici.
Nel mirino, in particolare, alcune concessioni per l’esplorazione di siti petroliferi in Bahrein, in Oman e negli Emirati arabi. Ciò si aggiunge alla già consolidata presenza in Qatar e in Iraq.
In particolare, ad Abu Dhabi è stato siglato un accordo per l’acquisto del 70 per cento di quote in cinque concessioni esplorative: tre on shore e due off shore. E’ il risultato di una gara internazionale bandita dalla Sariah National Oil Corporation concernente una serie di “Basi” petrolifere.
L’altra intesa è stata sottoscritta con la Oman Oil Company Exploration and Production.
A fine dell’anno scorso, invece, Eni aveva puntato sulle regioni artiche. Dal gelo al caldo, quindi, una sfilza di concessoni che valgono tanto oro nero.
Una opportuna diversificazione territoriale, spiegano all’Eni, che ha deciso di puntare un po’ meno le sue fiches sui paesi africani. Forse anche per motivi scaramantici, visto che le esperienze in Algeria e in Nigeria hanno comportato non pochi grattacapi giudiziari. Per una questione di tangenti relative alle concessioni nigeriane, infatti, sia l’ex presidente Paolo Scaroni che l’attuale numero uno Claudio Descalzi (il quale all’epoca dei fatti contestati dai pm, nel 2011, era direttore del dipartimento “esplorazioni” del Cane a sei zampe), sono stati rinviati a giudizio dalla procura di Milano.
Come altre rogne sono arrivate dal Brasile per lo scandalo Petrobras che è costato la carriera a due presidenti carioca, con un Ignacio Lula da Silva condannato a nove anni di galera. Ad indagare sia la procura verdeoro che quella di Milano, quest’ultima per “corruzione internazionale”. Oltre ad Eni sono sotto inchiesta la figlioccia Saipem (70 per cento Eni e 30 per cento Cassa Depositi e Prestiti) e Techint che fa capo al gruppo capitanato da Gianfelice Rocca, il cui fratello Paolo, dal canto suo, è sotto inchiesta in Argentina a bordo di Tenaris.
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