Prevenire è meglio che curare

La protesta postuma contro ogni illecito è un’affezione molto simile al ricorso agli antibiotici per compensate la mancata copertura terapeutica di preoccupanti sintomi iniziali dell’influenza.

I prodromi del pericoloso rigurgito fascista, a cui l’Italia assiste con moderata preoccupazione, davvero sono troppi, documentati e in evidente crescendo, impuniti, nonostante l’antidoto previsto da strumenti giuridici che consentono di stroncare sul nascere manifestazioni di apologia del Ventennio e il proliferare di movimenti, partiti, sigle dell’estrema destra. Ai sintomi di una patologia politica tollerata, lo Stato ha risposto con opportune citazioni della Carta Costituzionale e di leggi che vietano manifestazioni apologetiche del fascismo, ma poco ha fatto per reprimere il fenomeno, come dimostrano i comportamenti sempre più aggressivi della resuscitata Avanguardia Nazionale, di Casa Pound, Forza Nuova, che nel nostro Paese godono di “simpatie” esterne di populisti, razzisti e xenofobi. Un esempio, clamoroso: gruppi criminali, mascherati da tifosi scatenano la violenza fuori e dentro gli stadi. Sarebbe facile individuarli e neutralizzarli. L’ostacolo al repulisti ha due mandanti, il primo è l’omertà di alcune società, che ricattate o minacciate, lasciano fare e forse pensano di trarre vantaggio dagli insulti razzisti a squadre e calciatori con la pelle nera. Il secondo è la complicità degli organismi federali che tutelano gli interessi finanziari delle società e sono condizionati dal potere politico. I recenti scontri tra ultra interisti e tifosi napoletani, le ingiurie rivolte per tutta la partita a Koulibally, difensore centrale degli azzurri, la morte di un tifoso interista (tempo fa quella di un tifoso napoletano a Roma) hanno provocato reazioni e proposte. Il ministro dell’Interno ha nettamente bocciato l’idea di punire violenze e intemperanze con la condanna delle società sportive implicate a disputare gli incontri casalinghi a porte chiuse: “Per pochi (pochi?) facinorosi non è giusto privare tutti gli appassionati incolpevoli”. L’amicizia che Salvini coltiva con gli ultra si consolida e svanisce l’idea di chiudere per dieci giornate le porte di San Siro, dello Juventus Arena, degli stadi di Bergamo, Varese, Cagliari in caso di disordini manifestazioni razziste. L’esito di un provvedimento così drastico, è vero, condannerebbe i tifosi estranei alle violenze, ma il suo effetto dirompente ne segnerebbe la fine, garantita finalmente dalle società private del sostegno del pubblico amico e di dieci incassi. I continui insulti a Koulibaly potevano essere messi a tacere? Ancelotti avrebbe potuto chiedere a Mazzoleni di sospendere la partita e l’arbitro avrebbe dovuto assecondarlo. Non è andata così, per il principio che lo spettacolo deve continuare, anche se negli scontri del pre partita è morto un tifoso interista e se Koulibaly ha pagato con la squalifica la reazione (sbagliata) a 90 minuti di ingiurie.

Perché due giovani giornalisti inviati dal settimanale l’Espresso nel cimitero del Verano a testimoniare i riti fascisti di omaggio ai loro morti sono stato assaliti, picchiati, privati della documentazione acquisita, temporaneamente di cellulari e documenti? Per distruggere la documentazione di un raduno fascista, esattamente come il camorrista Spada, a Ostia, aveva aggredito un giornalista della Rai che indagava sulla mafia del litorale romano. Cosa risponderà Salvini all’interrogazione parlamentare sui fatti del Verano? In particolare quali provvedimenti prenderà nei confronti di Giuliano Castellino, capo di Forza Nuova Roma, sorvegliato speciale per problemi giudiziari e che certamente non era libero di partecipare alla manifestazione, ma era tra gli aggressori dei due giornalisti dell’Espresso? Perché al rito dei neofascisti non era presente la forza pubblica, chiede la senatrice dem Cirinnà. E Fiano, Pd: “È la conferma del momento pericoloso che sta vivendo il nostro Paese e non può più essere tollerato. Rappresenta il frutto amaro di un brutto clima alimentato da una certa politica, che flirta con questi ambienti che si richiamano senza ormai alcun timore al fascismo”. Solidarietà dal presidente della Camera Fico, dall’Ordine dei giornalisti, da Forza Italia. Tutto bene, apprezzabile, ma postumo, come il ricorso agli antibiotici per aver sottovalutato i sintoni dell’influenza in soggetti a rischio.

In poche righe

Lo dice Papa Francesco, la pena di morte è disumana, si battono contro numerose organizzazioni umanitarie, si ribella la coscienza di chi combatte la barbarie di uomini che uccidono altri uomini in luoghi del mondo governati da dittatori, ma anche da Paesi democratici quali sono gli Stati Uniti. Nevada: si suicida Scott Raymon Dozier, dopo due rinvii dell’esecuzione, una prima volta per interrompere le sofferenze provocate da soffocamento conseguente alla somministrazione di una sostanza sperimentale. Aveva tentato altre volte di uccidersi. “Preferisco morire piuttosto che passare tutta la vita in carcere”. Dozier si è impiccato nella sua cella con un lenzuolo appeso al condotto dell’aria.

 

Nella foto  Scott Raymond Dozier


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