E voilà, il mitico Freccero, che ha vagato in sella a reti e direzioni Rai, è uomo d’intuito e ha annusato per tempo da quale vento ottenere la propulsione per accaparrarsi una rete del servizio televisivo pubblico. E allora: “Viva Grillo, 5Stelle alè, alè”, spot di elogi sperticati per la ditta Casaleggio e compagni. Il Movimento non conosce ingratitudine per i suoi fan e lo ha premiato, cioè si è premiato, piazzandolo alla guida di Rai2. Pensionato di lusso, il tuttologo Freccero, a cui va riconosciuta la dote di affabulatore, indispensabile per navigare nel mare della notorietà e nel cerchio magico del potere, annuncia rivoluzioni copernicane, ma prima ancora di rivelarle conquista la ribalta dei media con uno spettacolare doppio salto mortale: reintegra nel palinsesto di sua competenza il comico Luttazzi, epurato da Berlusconi ed estrae il cartellino rosso dell’espulsione per Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu, frizzanti esponenti della satira, ex Iene, che di recente sono stati protagonisti di contorno del festival di Sanremo, hanno condotto in partnership “Quelli che il calcio” e una striscia quotidiana con soddisfacente share. La caccia al perché di una discriminante indipendente dalla professionalità e dal successo di Luca e Paolo, è materia per la dietrologia. I ben informati si dicono convinti che sia la “punizione” a scoppio ritardato per avere ironizzato, caratteristica intrinseca della satira, sul risibile Toninelli. Gli “espulsi” non si considerano epurati, ma si chiedono con legittima curiosità le ragioni della cancellazione di una striscia seguita da 1.300.000 spettatori e in una fascia di ascolto molto competitiva. Sotto a chi tocca: spariranno la Berlinguer, “Presa diretta” Fazio sarà espropriato della prima rete Rai e dirottato altrove, sarà cancellata con un colpo di spugna la “Mezz’ora” di Lucia Annunziata, ai giornalisti d’inchiesta dei Report sarà “consigliato” di stare alla larga dai guai finanziari della Lega, dagli scheletri nell’armadio di Di Maio e Di Battista? A quando “Lettere dal carcere” di Gramsci bruciato in piazza, la chiusura di testate scomode, prima fra tutte la Repubblica?
L’altra Italia, l’Italia in difesa della democrazia, dell’accoglienza, del rigore nel rispetto della Costituzione, dei diritti umani, prova saldare il rifiuto della legge sulla sicurezza da Nord a Sud. Comuni, Regioni, ci mettono la faccia e il background di istituzioni solidali con chi è costretto a lasciare la propria terra, gli affetti, i vincoli con le proprie tradizioni. Alle voci autorevoli di sindaci e governatori fa eco l’autorevolezza della Chiesa, che non assiste passivamente alla rissa tra Conte-Di Maio e Salvini sull’accoglienza dei migranti, da giorni in balia del mare infuriato. Il cardinale Bagnasco si schiera con chi rifiuta di applicare la legge sulla sicurezza e lo fa con l’argomento dell’obiezione di coscienza, principio riconosciuto: “Il decreto è lesivo dei diritti umani? Chi ha bisogno deve trovare aiuto”. Salvini, quello stesso del rosario sgranato in campagna elettorale per ottenere l’agreement dei cattolici, si dice infastidito dalla posizione espressa dalla Chiesa per bocca di Bagnasco. In pratica mette a segno un autogol.
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