Continua la battaglia sull’infuocato fronte dei vaccini. Ora è il Foglio a gettare altra benzina sul fuoco con la pubblicazione di un appello sottoscritto da 130 “scienziati” che protestano in modo sgangherato contro l’Ordine nazionale dei Biologi, reo di aver cofinanziato uno studio su due lotti di vaccini in cui non è stata trovata traccia di quel che ci doveva essere ma un sacco di “schifezze” come erbicidi e glifosati. La notizia bomba è stata pubblicata solo dal Tempo, che con il suo direttore Franco Bechis ha intervistato il presidente dell’Ordine, Vincenzo D’Anna.
Apriti cielo. Una truppa di 130 ricercatori ha preso carta e penna per scrivere un “appello”, coprendo di contumelie “scientifiche” gli autori della ricerca, chi l’ha organizzata (il Corvelva, una coraggiosa associazione veneta che mira a diffondere l’uso consapevole dei vaccini) e l’Ordine dei Biologi, che l’ha cofinanziata e sostenuta.
L’appello è stato poi ben impacchetto, infiocchettato e spedito al Foglio che lo ha pubblicato integralmente in prima pagina.
La stessa Voce, a fine anno, ha ripreso ampi stralci dell’intervista di Bechis a D’Anna, ritenendo non solo l’argomento (che la Voce affronta da anni) ma anche le notizie riportate di grande interesse pubblico: e per questo ritualmente ignorate dai grandi media di Palazzo, come Repubblica e Corsera in primis, cui ora si aggiunge in pompa magna il Foglio: tutti genuflessi di fronte ai voleri di Big Pharma, come la ciurma di scienziati, ricercatori, medici e via continuando.
E’ un preciso dovere di ogni giornalista che abbia il senso del proprio lavoro, quello di far sapere ai lettori-cittadini il contenuto di ricerche (quelle vere) che puntano i riflettori su quanto invece deve restare nell’ombra, non deve essere svelato, perchè lorsignori (Big Pharma e scienziati-faccendieri al seguito) continuino nei loro sporchi affari sulla pelle dei cittadini, in questo caso dei neonati che non hanno la possibilità di difendersi.
Bene ha fatto il Tempo a pubblicare quella pagina di vera informazione, bene ha fatto l’Ordine a cofinanziare quella ricerca, bene farebbero tutti a volerne sapere di più: e non offendere e affossare come fanno il Foglio e i 130 della brigata delle fake news doc, bufale che pascolano allegramente per la praterie zeppe di danari regalati da Big Pharma: che – non dimentichiamolo mai – è la più grossa industria capace di corrompere e comprare consenso a botte di milioni di euro e di dollari, come dimostrano i finanziamenti a pala per le presidenziali Usa, tanti miliardi ai conservatori, tanti miliardi ai democratici.
Ecco cosa scrive, per il Foglio, tale Luciano Capone (un terzo dei mitici fratelli, Totò e Peppino?), a proposito del “presunto scoop” del Tempo. “Si tratta di una fake news di cui il Foglio ha parlato in un articolo del 28 dicembre in cui Enrico Bucci spiegava tutti gli abbagli e gli errori metodologici di quelle ‘analisi choc’”. E prosegue: “Adesso, contro lo studio scandalistico e gli organi d’informazione che ne hanno dato diffusione, arriva la netta presa di posizione di un nutrito gruppo di professori e medici che lavorano in Italia e all’estero. Oltre 130 scienziati e ricercatori che tutto il mondo ci invidia”. Contenti loro.
Ma ecco, fior tra fiore, alcune frasi contenute nell’appello contro lo studio. Non troverete, come ovvio, alcuna smentita di questo o quel fatto, ma solo una cantilena: la scienza agli scienziati (loro), per la serie, “la medicina non è democratica”, il ritornello del massone pro-vax per eccellenza, Roberto Burioni, secondo cui tutti quelli che parlano di vaccini, tranne lui (il Vate) e i suoi confratelli, pardòn, colleghi, sono “Somari”. Non a caso Burioni è tra i firmatari dell’appello.
Così esordiscono i 130: “La salute dei cittadini passa anche attraverso una corretta informazione”.
Un quotidiano nazionale, invece, “ha pubblicato notizie senza controllare i fatti e la reputazione di chi presume di averli analizzati sperimentalmente”, “senza alcun rispetto per i lettori ha dato credito ad analisi che nulla hanno di scientifico, trasparente, riproducibile”.
Ancora: “Senza che la comunità scientifica nazionale e internazionale abbia potuto esaminare altro che un povero documento prodotto da una sedicente associazione, è stata data la falsa notizia che alcuni campioni esaminati sarebbero privi della componente attiva, mentre risulterebbero contaminati da composti di ogni genere, tra cui molti tossici. Il tutto sulla base di una procedura sperimentale fallata e senza che i risultati siano stati sottoposti ad alcuna revisione da parte di riviste scientifiche internazionali”, che sanno tutti essere finanziate da Big Pharma.
Si è così creato “un inutile allarme pubblico”, calpestando “le buone pratiche scientifiche e l’integrità della ricerca accademica e anche la deontologia e l’etica pubblica”. Integrità della ricerca scientifica? Deontologia ed etica quando si tratta di affari miliardari sulla pelle dei bambini?
Per la ricerca, poi, hanno “utilizzato come leva documenti pubblicati in rete che sono fondati su metodi irrimediabilmente inidonei e che traggono conclusioni scientificamente infondate”.
E lorsignori finiscono ineggiando alla ricerca e alla scienza ufficiali (per loro), mettendo in guarda il popolo bue dal cadere in simili tranelli, diffidando di ricerche “fai da te”.
Ripetiamo ancora una volta un interrogativo: ma perchè mai nessuno intervista sull’uso dei vaccini il premio Nobel Luc Montagnier, lo scienziato che ha sconfitto l’Aids? Oppure il nostro due volte quasi Nobel Giulio Tarro, venti giorni fa dichiarato a New York miglior virologo a livello mondiale? Quasi un anno fa (febbraio 2019) hanno denunciato le ingerenze di Big Pharma e parlato di “vaccinazioni consapevoli”, “mai obbligatorie”, e “principio di precauzione”, proprio in occasione dei 40 anni dell’Ordine dei Biologi.
Perchè i media di regime sopra citati non li sentono mai? Hanno paura delle loro verità scientifiche? Evidentemente preferiscono le burionate…
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