Autovelox, le tentate truffe (chiamale se vuoi anche tentate estorsioni) da parte dei Comuni continuano in tutta Italia.
Ora, però, arriva una fresca sentenza della Cassazione, è del 19 dicembre e chiarisce una volta per tutte i termini della questione.
Con riferimento alla vicenda di un cittadino di Bergamo che prima ha vinto davanti al giudice di pace nella contestazione delle sanzioni e poi ha perso in primo grado davanti al tribunale orobico, così scrivono le toghe della Suprema Corte: “E’ annullabile la multa per eccesso di velocità se il Comune non dimostra di aver effettuato verifiche e tarature periodiche sull’apparecchio, nonostante il verbale della polizia municipale attesti l’adeguatezza del regolatore”.
Commenta lo “Sportello dei diritti”, un’associazione da anni in prima linea nella tutela degli automobilisti nei confronti degli abusi da parte della pubblica amministrazione: “E’ stato accolto il ricorso dell’automobilista perchè i giudici della Suprema Corte non hanno ritenuto corrette le motivazioni del tribunale di Bergamo e hanno ricordato come non possa non tenersi conto della sentenza della Corte Costituzionale numero 113 del 2015 che ha dichiarato ‘l’incostituzionalità dell’articolo 45 della legge numero 285 del 1992 nella parte in cui non prevede che tutte le apparecchiature impiegate nell’accertamento delle violazioni dei limiti di velocità siano sottoposte a verifiche periodiche di funzionalità e taratura’. Ne emerge che in caso di contestazione circa la funzionalità dell’apparecchiatura, il giudice è tenuto ad accertare se l’apparecchiatura stessa è stata o no sottoposta alle verifiche di funzionalità e taratura”.
Secondo il presidente dello “Sportello dei Diritti”, Giovanni D’Agato, “ancora una volta la Suprema Corte è costretta ad intervenire per ribadire un principio sacrosanto, circa un controllo spesso ‘dimenticato’ da alcuni giudici di merito e che invece costituisce un criterio imprescindibile per la verifica della correttezza delle infrazioni elevate con apparecchiature elettroniche”.
E lo “Sportello dei Diritti” conferma ancora una volta come l’utilizzo abnorme e anomalo degli Autovelox sia “uno degli strumenti dei Comuni per far cassa, piuttosto che per tutelare la sicurezza stradale”.
Le proteste dei cittadini, comunque, fioccano in tutta Italia. In Toscana, ad esempio, il sindaco del comune di Montelupo Fiorentino, Paolo Mossetti del Pd, è sceso sul piede di guerra contro i giudici di pace del tribunale di Empoli, invitati “a valutare attentamente l’accoglimento dei ricorsi dei cittadini”.
Molte segnalazioni sono arrivate alla redazione della Voce, soprattutto dalla Campania e dal Lazio. Nella prima regione sotto i riflettori il comune di Mondragone, che ha l’autovelox ultrafacile. Nella seconda, in pole position quello di Minturno, che produce montagne di multe quotidiane.
Ecco cosa ci ha scritto un super multato di Napoli: “vi avevo già scritto più di tre anni fa per segnalare quanto di clamoroso succede a chi è costretto a passare per Minturno. Mi sono arrivate nel 2015 e 2016 diverse multe, parecchie tutte dello stesso giorno, anche a pochi minuti di distanza una dall’altra. Le ho contestate e per tutta risposta adesso mi è arrivata una maxisanzione complessiva da quasi 5 mila euro. Ma queste non si chiamano estorsioni in guanti bianchi? So che c’è un’indagine su qualcuno che favorisce questo sistema, anche perchè le multe sono tutte per eccesso di velocità di solo un chilometro eccedente il limite. Sono tutte uguali, sembrano fotocopiate”.
Cosa ne dicono i due sindaci che si sono succeduti negli ultimi anni a Minturno, Paolo Graziano (lista civica più Psi) fino al 2015 e poi il Pd Gerardo Stefanelli? Hanno deciso di rimpinguare anche loro le casse comunali con multe da mille e una notte?
Perchè la magistratura non dà un’occhiata?
Scopri di più da La voce Delle Voci
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.