Gilet gialli e la fame dei popoli in Europa. Altro che 5 Stelle…

Qualcuno, al primo esplodere della protesta nelle piazze di Parigi, aveva lanciato l’improvvida equazione: “In Italia non può succedere, per la semplice ragione che qui i Gilet gialli sono al governo”. Un chiaro assist all’esecutivo gialloverde, con i pentastellati sempre più spiaggiati nelle secche di un evanescente reddito di cittadinanza, sotto gli occhi allibiti di un elettorato che si sente già tradito, prim’ancora di poter annusare le agognate card.

Sarà bene  allora chiarire alcuni punti, prima di lasciar passare come un dato di fatto questa equazione di stampo elettoralistico.

Ben oltre ogni tentativo di sabotare la sacrosanta protesta del popolo francese (vedi gli svolazzi di agenzie estere, che ogni tanto parlano di manifestazioni “eterodirette”), alla base della rivolta sugli Champs Elyseés serpeggia quella fame – non “fame” di ideologie o di dialogo, ma proprio bisogno elementare di cibo per nutrirsi – che sta aleggiando come un oscuro fantasma di ritorno, cinquant’anni dopo, in tante parti dell’Europa, e in larghe fasce della stessa Italia. Per toccare con mano questa situazione, occorre avere la capacità e la voglia di guardare dentro le mura domestiche delle centinaia di migliaia di famiglie che, dall’ex florido nord est fino a Canicattì, solo fino a quattro-cinque anni fa riuscivano dignitosamente ogni giorno a mettere in tavola il necessario. Ed oggi, dopo essersi già private del sabato in pizzeria una volta al mese, di medicine e cure mediche, anche essenziali, dell’abbigliamento, molto spesso anche dell’auto, con un costo della vita alle stelle stentano a portare in tavola cibo sufficiente per tutti.

E’ così: in Italia, come in Francia, la gente ha fame. La differenza è che i nostri cugini d’Oltralpe non si lasciano più abbindolare. L’anziana ricamatrice di Arles, i genitori cinquantenni di un disabile con una piccola attività commerciale chiusa a Nantes e lo sfratto sul collo, la madre nubile di due bambine rimasta senza lavoro a Grenoble: questi francesi veri, che solo un coraggioso servizio televisivo ci ha mostrato, davvero nulla hanno a che vedere con i 5 stelle italiani e i loro governanti, se non – per ironia della sorte – il fatto che Di Maio & C. sono stati sfornati dalla Piattaforma intitolata a Jean Jacques Rousseau.

Piuttosto, come finalmente non pochi cominciano a far notare, l’immagine che si ricava dall’attuale ceto di governo è quella di una generazione “arrivata” al benessere economico dall’oggi al domani: fino a tre, quattro anni fa, molti di loro prendevano la paghetta dalla mamma. Oggi si sono sistemati.

Il punto, però, è proprio questo: come hanno fatto? Non sarà per caso che il benessere economico lo hanno conquistato a suon di mirabolanti promesse che hanno abbacinato proprio loro, il popolo degli affamati, silenziato, beffato e poi, con la scusa dell’Europa, brutalmente scaricato nel limbo delle buone intenzioni?


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