Ma cosa combina in Ungheria il vero modello di Matteo Salvini, la musa alla quale ispirare l’azione del nostro esecutivo, ossia il premier Viktor Orban? Due le ultime leggi approvate: una sul lavoro, subito battezzata “legge sulla schiavità” e una sulla giustizia, che crea un sistema di tribunali paralleli controllati direttamente dal governo. Viva la democrazia e la legalità!
Ma vediamo più in dettaglio cosa è stato capace d’inventarsi il primo ministro magiaro, l’idolo del nostro ministro degli Interni.
Le nuove normative sono state proposte dal partito populista e conservatore Fidesz (Unione Civica Ungherese), ovviamente guidato da Orban, che è anche premier.
La prima modifica il codice del lavoro: in pratica aumentano le ore di straordinario che i datori di lavoro possono chiedere ai dipendenti, quasi raddoppiandone il numero: e cioè passando dalle attuali 250 a 400 l’anno, il che vuol dire 8 ore in più a settimana. E poi: la nuova legge triplica, portando da 1 a 3 anni, i tempi massimi di pagamento di quegli stessi straordinari da parte degli imprenditori. Non è finita, ecco un’altra legnata: viene previsto che le trattative sul lavoro straordinario possano essere portate avanti direttamente tra azienda e dipendenti, senza alcuna mediazione o contrattazione da parte dei sindacati: come dire, lavoratori facilmente ricattabili e comunque spremibili come limoni. Alla faccia dei diritti sindacali e del lavoro, bruciati come carta straccia.
Secondo alcuni analisti, dietro tale manovra ci sarebbero le pressioni esercitate dalle maggiori aziende automobilistiche presenti con i loro impianti in Ungheria, ansiose di ridurre il costo del lavoro e quindi di vedere lievitare i loro profitti.
Passiamo all’altra legge da brividi. Viene introdotto dal mattino alla sera un “sistema di giustizia parallelo”, per ora solo sul fronte della giustizia amministrativa, in particolare per quei contenziosi che vedono il cittadino contrapposto ai tentacoli della burocrazia e della pubblica amministrazione. Ma sono anche comprese materie calde come la corruzione, le leggi elettorali, il diritto di manifestazione!
A gestire tutta questa materia non saranno più i tribunali ordinari, ma “nuovi tribunali governativi”, nel senso che i giudici verranno direttamente nominati dal ministro della Giustizia. A farsi fottere quel poco di indipendenza della magistratura che restava agli ungheresi. Lo stesso ministro – ovviamente sotto le direttive del super premier Orban – non solo potrà scegliere e nominare le toghe, ma sovrintendere sull’operato di tutti i tribunali, con interventi sanzionatori diretti se necessario.
E’ d’accordo sul pacchetto lavoro – giustizia il nostro vicepremier Salvini? Troppo morbido Orban o per adesso può bastare?
Nella foto il premier ungherese Orban
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