Fico, presidente della Camera, è categorico: “Non sopporto gossip sessisti, qui dentro”. Il rimbrotto si può condividere e contestare al tempo tesso. Il Parlamento non dovrebbe ospitare toni maliziosi e scoop da settimanali del pettegolezzo. Neppure contiguità con i siti telematici che un giorno sì e l’altro pure ci ammorbano con il va e vieni degli amorazzi di Corona, Belen, Ferragni, Venier o Platinette. C’è però un’altra faccia della medaglia. Quale indecenza peggiore che appartarsi nei bagni del parlamento per fare sesso, mentre in aula si discute del decreto anticorruzione? Il fattaccio è un caso estremo di scorrettezza istituzionale e va di pari passo con il cronico assenteismo di eletti in tutt’altre faccende affaccendati, con urla da stadio, cartelli diffamatori, insulti, ingiurie, risse in aula. L’indignazione di Fico sarebbe legittima, anzi dovuta, ma solleva un dubbio: l’avrebbe esternata con pari vigore se scoperta a fare sesso nella toilette della Camera fosse stata una deputata di altri partiti?
I giornali del gossip gongolano. Vicepresidente di turno, la grullina Maria Edera Spadoni denuncia apertamente quanto accaduto tra una sua collega e un leghista (nomi top secret per evitare querele) e commenta: “Gli articoli in cui si descrive ‘l’aria frizzante’ della Camera e si fa riferimento alle nostre parlamentari, sono una vergogna. Questo non è giornalismo, ma sessismo. Noi donne dell’M5S non siamo ‘esuberanti’ e io mi sento offesa” Non lo saranno tutte, ma sessualmente ‘esuberante’ è senza dubbio l’amplesso nei gabinetti di Montecitorio della collega a 5Stelle.
Che il fatto Quotidiano sia da tempo una sottospecie di organo di partito del Movimento 5Stelle è palese. Ora succede che il noto vignettista Vauro, nell’ingrato compito giornaliero di spremere le meningi per inventare un nuovo capitolo della satira di settore, abbia disegnato tre soggetti affiancati (tre Toninelli?). Sulle tre magliette le scritte Sì Tav, No Tav e Boh Tav, a suggerire le difficoltà dei grullini nel contrastare la realizzazione del Treno ad Alta Velocità, premessa solennemente in campagna elettorale, ma contestata dai partner di governo leghisti e dai quarantamila di Torino. Per Travaglio, la vignetta è sbagliata e non la pubblica, o peggio la pubblica in formato ridotto, all’interno del giornale e con il commento dittatoriale “E’ un diritto del direttore di contestare a un collaboratore un fatto non vero”. Non vero? E cos’altro sono il tentennare di Toninelli, il tentativo di convincere la collega francese a rinviare i lavori del Tav per non decidere, il timore di dispiacere politicamente il Salvini pro Tav?
E’ di qualche giorno fa. Il premier onorario Conte, utilizzato dal tandem gialloverde Salvin-Dima per presenziare a funerali di Stato e regalare sorrisi rassicuranti a capi di stato e premier, si è fatto sentire come amplificatore del vice premier pentastellato, con la mediazione del portavoce gaffeur Casalino: “Con l’Europa tratto io”. Accidenti, vuoi vedere che il finto premier ha fatto finalmente ricorso ai suoi sopiti attributi? Niente del genere. Nel corso della parata leghista di piazza del Popolo, fra tante smargiassate, il “Ce l’aveva duro” del Carroccio ha proclamato se stesso unico inviato a trattare con Moscovici e Junker. Manca solo la candidatura del “Figlio di cotanto papà” Di Maio, ma basta aver pazienza, arriverà. Tria, naturale interlocutore della Commissione Ue? Desaparecido.
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