Confermata dalla Corte d’Appello di Roma la confisca del patrimonio di Ernesto Diotallevi, l’uomo che per anni ha trattato per conto della Banda della Magliana gli affari più grossi. Il primo provvedimento era stato preso oltre tre anni fa, a maggio 2015, in conseguenza dell’inchiesta “Mafia Capitale”.
Un patrimonio da 25-30 milioni di euro, dove c’è di tutto e di più. Dalla maison extra lusso vis a vis con la Fontana di Trevi, a quella sulla celebre isola di Cavallo, a decine di immobili sparsi dalla stessa Roma alla Sardegna, ville al mare, società immobiliari, nautiche, commericali, addirittura una sigla liberiana e chi più ne ha più ne metta.
La Voce ha scritto un’ampia inchiesta, appunto tre anni e mezzo fa, sull’impero Diotallevi, che potete leggere nel link in basso. All’epoca avevamo puntato i riflettori, all’interno di quel patrimonio, in particolare su un grande appartamento romano, in viale del Pacifico. Soprattutto perchè risultavano estremamente interessanti i passaggi societari intercorsi in quell’affaire, con la partecipazione di pezzi da novanta della politica e della finanza.
Ecco in sintesi cosa era successo. Al centro della scena, appunto, il prestigioso immobile di viale del Pacifico, un tempo proprietà del produttore cinematografico Franco Cristaldi, che lo volle regalare alla sua compagna, la stupenda attrice Zeudy Araya. Poi è passato all’Inpdap, l’ente previdenziale, per quindi finire nell’orbita di Fimit, il fondo costituito dal re del settore, Massimo Caputi, grande amico di Paolo Cirino Pomicino. Un altro passaggio ancora, e siamo alla società “Case srl”.
Società di cui si parla abbondantemente nel primo decreto di sequestro dei beni griffati Diotallevi, e di cui i media non ha mai scritto una virgola.
Ecco il passaggio fondamentale, riguardate Case srl, di quel decreto: “in data 4 maggio 2007 Morlando Giuliano e LAI Costruzioni srl vendono l’intero capitale sociale della Case srl rispettivamente a Diotellevi Mario, a Diotallevi Leonardo, a Ciotti Roberto (prestanome dei Diotallevi, ndr) e alla MD Consulting. Nell’annualità in questione, dunque, risulta che i fratelli Diotallevi avrebbero corrisposto l’intero importo, pari a 2 milioni e 100 mila euro. Tale assunto trova conferma nell’analisi del rapporto di conto corrente cointestato a Diotallevi Mario e Leonardo acceso presso Banca Carim spa, dal quale è emerso che in data 4 maggio 2007 sono stati disposti due bonifici all’ordine di Morlando Giuliano”.
Ma eccoci al clou: chi è mai Giuliano Morlando? Un progettista napoletano, grande amico Paolo Cirino Pomicino. Così come è un progettista l’altro braccio destro storico di ‘O Ministro, ossia il faccendiere Vincenzo Maria Greco, l’uomo ombra (proprio con Morlando) di tutti i business cari all’ex titolare del Bilancio, dal dopo terremoto del 1980 all’Alta Velocità, passando attraverso le vaste praterie di lavori e appalti pubblici.
Come mai la magistratura fino ad oggi non ha puntato i riflettori sui rapporti realmente intercorsi tra i fratelli Diotallevi (non solo Mario e Leonardo, ma anche Ernesto, of course) e il più stretto entourage pomiciniano? Non è mai troppo tardi.
Nella foto Ernesto Diotallevi
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