E’ stato il governo Berlusconi a decidere la realizzazione di un inceneritore nella provincia di Napoli quando il 21 maggio 2008 tenne la sua prima seduta a Palazzo Reale. E lo magnificò affermando che «dal termovalorizzatore si ricaveranno 570 milioni di kilowattora di energia elettrica e 527 milioni di energia termica bruciando 803mila tonnellate di rifiuti… e butterà nell’aria ogni ora 60mila milligrammi di polveri, quanti ne escono dai tubi di scappamento di quindici automobili di tipo Euro2… e in Campania di auto così ce ne sono oltre 2milioni e 200mila».
E’vero che ne sono stati realizzati alcune migliaia in mezzo mondo ( quello di Brescia è stato giudicato come il migliore del mondo da parte di un gruppo di scienziati della Columbia University di NY) ma è anche vero che gli inceneritori, chiamati eufemisticamente termovalorizzatori, non sono la corretta soluzione dello smaltimento dei rifiuti.
Antoine Laurent de Lavoisier ha enunciato il famoso principio secondo cui “nulla si crea e nulla si distrugge, tutto si trasforma” ( accusato di simpatie monarchiche fu ghigliottinato nel 1794 e “alla folla inferocita è bastato un solo istante per tagliargli la testa ma alla Francia potrebbero non bastare secoli per produrne una simile” scrisse Emile Zola). Ne discende che gli inceneritori emanano dai camini polveri sottili altamente dannose per l’ambiente naturale e per la salute delle popolazioni e che producono le così dette “scorie”, anch’esse dannose, che vanno depositate in speciali discariche.
Studi scientifici di varia università europee e americane e indagini epidemiologiche hanno dimostrato l’enorme aumento di malattie cancerogene, respiratorie e cardiovascolari causate sulle popolazioni dagli impianti di incenerimento dei rifiuti. E di malattie che incidono negativamente sulla crescita dei bambini. Ma, a causa della superficialità della nostra classe politica influenzata negativamente da imprenditori, da giornalisti e da cattedratici di pochi scrupoli e a causa della latitanza di certe associazioni culturali, l’incenerimento dei rifiuti continua a essere considerato nel nostro paese come fonte di energia rinnovabile, nonostante il minimo rendimento energetico e i gravi danni all’ambiente e all’economia che anche di recente si sono registrati.
Convinto della loro utilità il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha proposto di realizzare un inceneritore in ogni provincia. Ma nessuno gli ha spiegato come mai nei dibattiti sulle fonti energetiche alternative e rinnovabili si parla di eolico, di solare e di nucleare ma non si accenna mai all’energia elettrica che si ricava dall’incenerimento dei rifiuti.
Per denunciare gli effetti letali sulle popolazioni prodotti dagli inceneritori è stato lanciato il 26 marzo 2007 dall’ Assise della Città di Napoli e del Mezzogiorno “l’Allarme sanitario e ambientale nella regione Campania” da un qualificato gruppo di personalità della scienza, della cultura e della politica. ( Percy Allum, Vito Amendolara, Fulvia Bandoli, Remo Bodei, Giuseppe Comella, Patrizia Gentilini, Gerardo Marotta, Raffaele Raimondi, Franca Rame, Alex Zanotelli…)
Nel documento si legge, tra l’altro, “Gli inceneritori producono rifiuti solidi sotto forma di ceneri, classificabili in base alla loro densità in ceneri pesanti e leggere, altamente pericolose per la salute delle popolazioni (…) L’uso degli inceneritori è un vero e proprio disastro economico e ambientale(…)Occorre un piano dei rifiuti incentrato sulla raccolta differenziata porta-a-porta e, successivamente, sul riutilizzo, il riciclaggio e il recupero del materiale raccolto, prevedendo come fase finale lo smaltimento mediante tecniche a freddo, come la biossidazione” “.
E’ necessario che i pubblici amministratori si impegnino nella realizzazione di impianti di ossidazione a freddo del così detto “umido” per produrre il “compost” per l’agricoltura e nella raccolta differenziata dei rifiuti riciclabili ( carta, vetro, plastica, metalli…)
Così fanno in molti paesi europei e americani.
Perciò bisogna opporsi in ogni sede alla proposta del ministro Salvini.
Gerardo Mazziotti, premio internazionale di giornalismo civile 2008
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