Scrive una lettrice del Corriere della Sera. “Il Paese è devastato da Nord a Sud e migliaia di animali domestici e da cortile sono annegati. Ma questo fatto non sembra turbare nessuno, come evinco dalla mancanza di notizie”.
Firmato Sybille Abstoss.
E’ proprio così. Da tutti i media, giornali e tivvù, non s’è sentita o letta una sola parola su una sicura strage di creature innocenti. Sempre gli ultimi degli ultimi. Nonostante le reclame ci facciamo vedere ogni giorno come è buono questo gourmet o quanto fa bene al pelo quel prodotto.
In realtà, cani e gatti, i più coccolati, sono niente altro – per la gran parte degli italiani – che dei giocatoli, caso mai da regalare al bambino, dei peluche, niente più che un soprammobile. Quando si rompe, chissenefrega, se ne prende un altro. Quando si va in vacanza chissenefrega, si abbandona per strada.
Un finto amore, una moda, non un sentimento radicato nell’animo umano. Al contrario l’amore per l’uomo/donna, il suo “padrone” (che orrido termine) è profondamente radicato nell’animo dell’altra creatura che sta con noi, che non può vivere senza di noi. Un amore incondizionato.
E’ una differenza sostanziale: ormai il cosiddetto “uomo”, “essere umano” ha perso ogni residuo si sensibilità, di “umanità”, che resta appannaggio dei cosiddetti “animali”. S’è ormai scavato un abisso tra i cosiddetti animali e i cosiddetti umani: ma le vere creature dotate di sensibilità, direi di “anima”, sono loro, gli “animali”, le “bestie”.
Sono convinto che facendo la cronaca di una tragedia come l’attuale, un cane o un gatto scriverebbe di quanti cani, gatti, uomini e donne sono morti. Di quanti cavalli o pecore.
Una volta all’anno la “sensibilità” dei cosidetti “umani” si sveglia e caso mai organizza un convegno o fa una manifestazione contro la vivisezione o contro i canili lager. Poi un silenzio totale, complice.
Ad esempio con la vivisezione, dottamente e “umanamente” chiamata sperimentazione animale. Due anni fa se ne parlò per un paio di mesi. A innescare il dibattito un fondo su Repubblica della farmacista e senatrice a vita Elena Cattaneo, secondo cui la vivisezione è assolutamente necessaria “altrimenti la medicina muore”, come del resto sostiene un altro solone dei farmaci, Silvio Garattini.
Nascondendo gli unici fatti realmente acclarati: gli interessi dell’industria farmaceutica e degli appositi “centri” nella sperimentazione animale e la sua assoluta inutilità scientifica, perchè quel farmaco va comunque testato sull’uomo prima di poter essere brevettato e immesso in commercio.
E oggi di vivisezione, a livello legislativo, non se ne parla più. Dal ministero Lorenzin non venne emanato alcun provvedimento, nessuna abolizione in vista, come sarebbe più che naturale. E neanche un dibattito tra le forze politiche che – tranne in piccola misura i 5 stelle e a modo suo Michela Brambilla – se ne fregano.
Tanto cani, gatti e pecore non vanno a votare.
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