ERRI DE LUCA DA MARTE / NAPOLI E’ RINATA, BASTA CATTIVE DICERIE…

Sbarcando da Marte, lo scrittore napoletano Erri De Luca visita dopo un po’ di tempo la sua città natale ed esulta come dopo un gol di Maradona: “Ora la città e rinata, ha più vita, energia e meraviglie nascoste perfino ai napoletani”.

Incuriositi da tale tripudio, mentre esplodono i tric trac per il benvenuto, continua a parlare il Vate:

“In questo momento storico sta vivendo un nuovo e rinnovato corso”.

Lo sbigottito cronista di Repubblica, profittando dell’occasione più unica che rara, incalza: “De Luca, quando lei torna a Napoli che città trova”?

Il Profeta annuisce e sussurra:” Ben frequentata, finalmente. Oggi ha vita, è attraversata da una grande energia, soprattutto non ha quel turismo soffocante che hanno i piccoli centri come Firenze e Venezia. Napoli si è accorta di avere un richiamo internazionale che prima era mortificato da cattive dicerie sul suo conto”.

Mumble, mumble. Cattive dicerie sul suo conto, Firenze e Venezia piccoli centri. Forse il fuso orario, in arrivo da Marte, gli sta un po’ dando alla testa. Ma l’intrepido cronista del quotidiano diretto da Mario Calabresi si fa coraggio. “Non è proprio oro tutto quel che luccica”…

E il Vate: “Ora è più aperta e viva di un tempo. Di giorno e di notte. Per me questo è un grande segno di civiltà. In altre città come Roma ci si accorge che lo spazio cittadino non è di nessuno, che quello che è fuori di casa tua non ti riguarda. Mentre a Napoli c’è un sentimento di riscoperta della cittadinanza, della condivisione”.

Osa ancora il cronista: “Tanto rinnovamento, però, forse è apparente…”.

Il novello Sartre ammette: “Non abito la città, quindi non ho un rapporto di prima mano riguardo alcune evidenti difficoltà. La mia è un’impressione di inquilino che torna a fare delle visite, un parente affettuoso che forse potrebbe avere delle impressioni superficiali, ma sono certo di una cosa: dell’impegno del sindaco de Magistris. Si è dimostrato all’altezza della situazione, è una persona perbene”.

L’ultimo pigolio: “Ma non sono stati fatti degli errori?”.

E con la saggezza di Hemingway che ritorna dalla guerra: “Chi è che non li fa? Gli infallibi. Ma anche la Chiesa ha rinunciato al dogma dell’infallibità”.

Buon ritorno su Marte che certo conosce molto, ma molto meglio.

Una decina fa – ricordano in parecchi – ne aveva combinata una più grossa. Precisamente nel 2007, quando uscì “Napoli siamo noi”, per la penna di Giorgio Bocca.

Fu un assalto all’arma bianca, tutti lancia in resta contro lo scrittore piemontese che veniva a raccontare – come un perfetto oncologo – i devastanti tumori di Napoli, oggi molto peggiorati.

Tra i più accaniti contro Bocca, c’era proprio lui, il Vate, De Lucca Erri, che così ebbe il coraggio – oltre che il buongusto – di rispondere: “E’ solo invidia. Bocca è roso dall’invidia per noi. Perchè noi abbiamo gli spaghetti, i mandolini e Gigi D’Alessio”. Da Nobel.

 


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