Nel giro di pochi mesi sta conquistando, pezzo dopo pezzo, la stampa francese. Si tratta di un magnate ceco di 43 anni, Daniel Kretinsky. Nonostante il cognome non incoraggiante pare aver un ottimo fiuto e la voglia di investire liquidità nel mondo dei media, per ora francesi.
In breve tempo ha messo le mani su 7 periodici, tutti facenti capo al gruppo Lagarde. Un bel colpo, visto che nel pacchetto è compresa la storica testata al femminile Elle. Quindi un altro settimanale femminile, Marianne, letto soprattutto tra le donne de la gauche.
Ma ora tenta il colpaccio facendo l’occhiolino al colosso “Le Monde”. A quanto pare, infatti, sarebbero iniziate delle trattative in gran segreto con uno dei soci di riferimento, Matthieu Pigasse, il banchiere del gruppo Lazard. Pigasse sarebbe disponibile a cedere una quota compresa tra il 41 e il 49 per cento della società che detiene il pacchetto azionario della editrice di “Le Monde”, ossia la “Noveau Monde”. Le altre fette azionarie fanno capo a Xavier Niel (che dal canto suo è il promotore di Free) e all’erede del mecenate Pierre Bergè, deceduto un anno fa. Il restante 20 per cento delle azioni fa capo al gruppo “Prisa”, che si era già dichiarato disponibile a vendere la sua quota mesi fa. L’operazione, quindi, ha non poche chance di andare in porto.
Mesi fa è stata nominata anche la nuova direttrice di “Marianne”, la giornalista Natacha Polony, che in ambienti della stampa definiscono vicina ai “sovranisti”.
Ma come nasce Kretisnsky? Al pari di svariati altri oligarchi russi poi sbarcati soprattutto in Inghilterra, ma anche in Francia e in altri paesi occidentali, in pochi anni è riuscito a raggranellare un buon bottino e a fare parecchia liquidità nel settore energetico. Vi aspetterete: quello delle rinnovabili, del green… E invece no, con le più classiche miniere e centrali a carbone, e impianti a gas. Esattamente un anno fa ha rilevato per 750 milioni dal nostro gruppo Enel il 66 per cento di Slovenske Elektrarne, la più grossa realtà energetica della repubblica Ceca: la sua capacità produttiva deriva dalle centrali nucleari. Non proprio le energie del domani.
Ma lo shopping energetico è andato avanti con una sfilza di acquisizioni all’estero. Ed è così che Kretisnsky ha comprato aziende in Germania, Inghilterra, Ungheria, Polonia e in Italia, mettendo in piedi il suo gruppo EPH che si è attestato al sesto posto nella classifica europea dei produttori elettrici, dando occupazione a 25 mila addetti sparsi un po’ in tutta Europa. Il giro d’affari non è da poco, 6 miliardi di euro annui, con un utile da circa 800 milioni.
Ma ecco una chicca. Gli acquisti italiani riguardano 5 centrali elettriche del gruppo tedesco E.on, costati circa 300 milioni di euro, riuscendo a battere la concorrenza della stessa nostrana Edison, che non è proprio il due di briscola. Una manovra che ha suscitato non poca sorpresa negli ambienti economici europei, visto che Edison rientra nell’orbita EDF, il colosso francese dell’energia e numero uno in Europa. Come dire: il biglietto da visita di Kretinsky per far sentire il suo peso in Francia.
E ora anche la sua voce, con gli acquisti a mani basse nel campo dei media.
Da “Le Monde” il direttore Jerome Fenoglio fa subito sapere: “la nostra indipendenza non è negoziabile”.
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