Colpo grosso in Bulgaria. Unicredit, in vena di liberarsi di tutte le sofferenze che ha ancora in pancia, come tante banche italiane, ha trovato il modo di rifilare un bel “pacco” alla Bulgaria.
A portare a segno l’ingegnosa operazione una società satellite operante a Sofia, Unicredit Bulbank, la quale è riuscita, con non pochi sforzi, a stipulare un accordo con la DCA del gruppo B2Holding. Attraverso questa intesa, viene ceduto “pro soluto un portafoglio di crediti garantiti / chirografari in sofferenza, derivanti da contratti di credito concessi a clienti appartenenti a segmenti privati, piccole e medie imprese”.
Però attenzione, fanno notare alcuni esperti del settore bancario: il portafoglio – secondo gli accordi – “è costituito interamente da prestiti regolati dal diritto bulgaro”.
L’operazione è da 250 milioni di euro e a questo punto bisognerà capire fino a che punto il “diritto bulgaro” possa contare, ad esempio nel recupero di partite super incagliate e che neanche San Gennaro sarebbe in grado di rivitalizzare e smuovere di un centesimo.
Ma il numero uno di Unicredit, Jean Pierre Mustier, ha la “capa tosta” e deciso che tutta la spazzatura va fatta sparire, costi quel che costi. Un’operazione davvero certosina: perchè la ‘monnezza’ è stipata in ogni sportello, in tutti i cassetti, nelle più accorsate scrivanie. E far pulizia ‘quasi’ totale è impresa titanica, dopo i tanti anni di vacche grasse per chi bussava a prestiti che più allegri non si può.
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