DONATELLA TREU / OSCURA IL SOLE E CON FINCANTIERI PENSA AL PONTE

Scassi i conti di un’azienda e la fai precipitare nel più profondo rosso? Bene, non vieni a cacciato a pedate dal mercato ma passi ad un’altra poltrona di lusso, qual è quella nel consiglio d’amministrazione di Fincantieri.

E’ la felice parabola di una baciata dalla fortuna, Donatella Treu, che ora, come membro del cda di Fincantieri (la nomina risale a maggio 2016) dovrà occuparsi con ogni probabilità anche della ricostruzione del ponte Morando a Genova, visto che il colosso di Stato della cantieristica dovrebbe essere tra i protagonisti della partita.

Si chiedono non pochi in Fincantieri: “Ma quale ragione ha mai portato alla nomina di Treu nella nostra  compagine? Quali competenze poteva mai avere? Un premio dopo tutti quei disastri che ha combinato con il Sole 24 Ore?”.

Ma ripercorriamo rapidamente il suo curriculum. Gli esordi sono con l’IPSOA Editore, dove trascorre svariati anni e percorre una carriera che s’impenna quando allorché fa il suo ingresso come socio il gruppo Wolters Kluwer.

Arriviamo al 2010, quando entra nel Sole 24 Ore, e viene addirittura nominata amministratore delegato. Un amministratore capace, in sei anni, di portare i conti a picco, nel rosso che più profondo non si può. Le sinergie pomposamente annunciate tra quotidiano cartaceo, on line, radio e via comunicando si dimostrano fallimentari e tutti gli indicatori sono negativi.

Ciliegina sulla torta, mentre la bufera si sta scatenando sempre più forte, e la crisi si fa durissima, riesce a farsi sborsare un bonus da 140 mila euro. I redattori indicono uno sciopero per stigmatizzare il folle cadeau, rapportandolo alla contemporanea sottoscrizione di 4000 contratti di solidarietà per i giornalisti e 850 addirittura per grafici e poligrafici. Un vero insulto. Se ne va quindi dal Sole che tramonta, poi seguirà la liquidazione da oltre un milione di euro.

Ma arriva subito l’altra poltrona premio, quella tutta statale a Fincantieri. Viene designata da Assogestioni e incaricata di “gestione” non meglio identificata ma è anche presidente del comitato nomine (boh) e responsabile delle remunerazioni, dal momento che – su quel versante – se ne intende molto bene.

Bassino lo stipendio, appena 6.400 euro al mese.

Alla fine di tutto il ragionamento nel cittadino sorge spontanea la domanda: ma questa lady Treu non dovrebbe pagare il conto per quanto di malcombinato con le casse del Sole 24 Ore? Pare che l’inchiesta della procura di Milano stia procedendo. Ma lo stesso cittadino si domanda. È possibile mai che un manager non venga cacciato a pedate dalla sfera degli impegni professionali pubblici e invece deve addirittura essere premiato con un incarico di tale delicatezza?

I cittadini sono preoccupati soprattutto per il fatto che il colosso Fincantieri si dovrà occupare anche della patata bollente rappresentata dal ricostruendo ponte Morando a Genova, dove si gioca pesantemente la credibilità dello Stato italiano, o meglio, di quel poco che ne resta.

E ci imbarchiamo anche Treu?

 


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