Trema la terra a Pozzuoli, in quell’area flegrea da sempre al centro di mille preoccupazioni. Ed epicentro, la Solfatara, quella solfatara dove proprio un anno fa successe la tragedia di una famiglia distrutta.
E a Pozzuoli si torna con la mente al 1983, quando si verificò il fenomeno del bradisisma.
Sentiamo il parere di un geologo che visse quella fase e ora monitora la situazione attuale.
“La situazione è sicuramente peggiorata. Allora i movimenti erano minimi e non tali da giustificare quegli allarmi che indussero la protezione civile e in particolare l’ex ministro Enzo Scotti a decidere in fretta e furia addirittura la realizzazione di un quartiere dormitorio a pochi chilometri di distanza. E cioè anche Monteruscello, il neo quartiere, era in piena zona rossa e per di più archeologica. Tutto venne messo su in piedi con l’intervento di grosse imprese nazionali e subappalti facili alla camorra. Ma dei miliardi stanziati solo una piccola parte – intorno al 35 per cento – venne utilizzata per le reali abitazioni, il resto fintì in consulenze per gli amici e soldi alla camorra”.
Continua il nostro geologo: “Per questo dopo meno di due anni quelle palazzine di Monteruscello divennero già fatiscenti, crollavano a pezzi. Addirittura in molti casi i balconi erano stati costruiti con una pendenza inversa per cui quando pioveva le abitazioni si allagavano subito. Cui fu un po’ di tutto: superficialità, progettazioni sbagliate, e soprattutto un magna magna per riempire le fauci di tutti. Adesso, comunque, la situazione sembra più preoccupante, perchè i fenomeni tellurici, in quell’area mobile e soprattutto con una Solfatara come epicentro, destano forte preoccupazione”.
E proprio qualche giorno fa, in occasione dell’inchiesta che si sta svolgendo da un anno esatto dalla morte dei tre turisti inghiottiti nel cratere incandescente, è stata nominata un folta commissione di esperti in grado di valutare più a fondo tutti i rischi che si corrono, soprattutto nell’area della Solfatara, evidentemente. Tutti provenienti da università dislocate in varie parti d’Italia.
“Il pericolo del metanodotto è stato da sempre sottovalutato”, aggiunge poi il geologo e senatore Franco Ortolani. Il quale sottolinea l’assoluta carenze dei piani di evacuazione. Così come aveva fatto, mesi fa, l’ex capo della protezione civile Guido Bertolaso, che puntava l’indice su tutti gli organismi preposti alla vigilanza, al controllo e soprattutto alla prevenzione, secondo lui del tutto carenti: “Io non abiterei per un minuto nell’area della caldera flegrea”, affermò suscitando forti preoccupazioni in tutta la città di Napoli, zona flegrea ovviamente in testa.
E ora, dopo le ultime scosse, l’allarme aumenta.
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