Festeggia i 25 anni di presenza in Kazakistan, Eni, con il suo primo parco eolico.
Le energie green ormai tanto di moda sono stavolta ottime e abbondanti per seppellire storie a base di tangenti milionarie che hanno turbato gli ultimi anni del colosso petrolifero di casa nostra.
E tornano proprio sui luoghi del ‘delitto’ evitato miracolosamente, vista l’archiviazione decisa dalla procura di Milano per le mazzette relative al maxi giacimento petrolifero di Kashagan: la stessa location prevista per il nuovo super campo eolico.
La brutta storia risale al 2012, quando per conto dell’Eni in quella nazione agiva la controllata Agip Kco, di cui venne chiesto il commissariamento.
Nella vicenda faceva capolino anche una società israeliana, Bateman, la quale secondo le piste investigative aveva agito da intermediaria per conto di Agip Kco, favorendo la canalizzazione di tangenti valutate tra i 15 e i 25 milioni di dollari alla cosiddetta “oligarchia kazaka”.
Gli inquirenti milanesi, però, non sono riusciti in quella occasione a chiudere il cerchio: a trovare prove documentali, cioè, circa l’identità dei percettori delle tangenti. Per la serie: vi furono delle consistenti “regalie” – come venivano definite nell’inchiesta – ma non è stato possibile ricostruire in modo compiuto il percorso dei flussi di danaro.
Restano invece tutte in piedi le altre inchieste sparse in mezzo mondo, dalla Nigeria all’Algeria fino al Brasile. Nell’ultimo caso, sotto i riflettori non solo della consueta procura di Milano – ormai abituata alle vicende griffate Eni e Saipem, la controllata insieme a Cassa Depositi e Prestiti – ma anche di quella carioca, che già da anni segue il filone “Lava Jato” che ha provocato un vero terremoto politico in Brasile.
Adesso, comunque, Eni festeggia il suo prossimo parco eolico in Kashagan. “Il primo tangibile passo – commenta una nota del colosso petrolifero – dopo la firma del memorandum siglato da Eni con General Electric e il ministro dell’Energia Kanat Bozumbayev, per promuovere lo sviluppo di progetti di generazione di energia da fonte rinnovabile in Kazakistan”.
Nel complesso Eni punta ad investire, a livello internazionale, 1,2 miliardi di euro nel prossimo quadriennio sul terreno delle energie rinnovabili.
Sorge spontanea una domanda. C’è lo zampino dell’ex premier Matteo Renzi nella stipula dell’accordo, visti i frequentissimi rapporti con il Kazakistan? Un viaggio esattamente 4 anni fa, 12 giugno 2014, un cordialissimo incontro con il premier Nursultan Nazarbayev in occasione dell’Expo di Milano a giugno 2015 (i due – rammentano le cronache – rimasero chiusi in ascensore, forse il modo per scambiare qualche parolina in più), fino ai recentissimi speech in stile clintoniano tenuti in tour per il mondo, con tappe in Quatar e, appunto, in Kazakistan.
Di nuovo col ‘vento’ in poppa, Renzi, viste le ‘bufere’ che si addensano – dopo il botto della Stadio Story a Roma – su 5 Stelle & Lega?
Nella foto il giacimento petrolifero di Kashagan
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