Napoli, da “Bella incompiuta” a “stupefacente”

“Bella incompiuta”, come un’opera lirica lasciata a metà per morte prematura del compositore. Ovvero Napoli. I perché: inerzie, non solo locali, comprendono lo scandalo dei Campi Flegrei, magia disattesa, lo scempio della Bagnoli deindustrializzata senza alternative, la metrò dell’arte penalizzata per il deficit di treni viaggianti, forni crematori d’estate, privi di aria condizionata, vecchi e soggetti a irritanti stop, la mostra d’oltremare privata del suo altissimo potenziale, il centro storico in abbandono per risse incrociate degli addetti ai lavori, la deprimente solitudine della Piazza del Plebiscito, ex parcheggio selvaggio, lo spreco dell’Albergo dei Poveri, il più grande edifico pubblico d’Europa senza destinazione d’uso, eccetera, eccetera. Ma altri due aggettivi: “sorprendente” e “stupefacente”. Nonostante il persistente caos urbano, la città è brulicante di turismo stupito, entusiasta, ammirato. Fenomeno sorprendente, tangibile nei mille luoghi di accoglienza, alberghi, B&B, ristoranti, trattorie, taverne, paninoteche, chioschi, pub, piazze e strade animate da eterogenee bancarelle.

Esplode, con una “quattro giorni” coraggiosa e smentisce con giusto clamore il letargo culturale napoletano, il miracolo di “Napoli città libro”, che risponde con promettente autorevolezza ai saloni di Torino e Milano, alla rassegna romana. Non è ancora noto l’esito commerciale del Salone nell’impianto del complesso monumentale di San Domenico Maggiore, ma è una certo l’insperato successo di partecipazione nei percorsi della “cultura al centro della città”, promettente la partecipazione di migliaia di studenti, potenziali fruitori del libro, l’eccellenza del consenso di scrittori, intellettuali e di quell’editoria cosiddetta minore, fondamentale tramite tra la cultura, non solo meridionale e scrittori, lettori. Firmano la manifestazione, a ragione destinataria dell’aggettivo “stupefacente”, gli editori Guida, Polidoro, Roggiosi, ma si può pronosticare che il futuro amplierà il cast dei promotori e Napoli assumerà il prestigioso ruolo di quarto polo italiano del libro, perché no, con estensione alla produzione libraria dei Paesi del Mediterraneo.

E’ possibile un terzo aggettivo per Napoli ed è “solidale”. Contro la strage di vittime palestinesi, ai confini di Gaza, assassinate dai cecchini israeliani (sessanta morti e migliaia di feriti), si è mobilitato il comitato campano del “No al Giro d’Italia in Israele”. A conclusione della manifestazione sportiva, che con una decisione “politica” inaccettabile ha regalato al corrotto Netanyahu un assist pubblicitario e il complice silenzio di gran parte dei media sull’eccidio di palestinesi, la sede del consiglio comunale di Napoli ospiterà martedì prossimo, 29 Maggio, un confronto appunto su Gerusalemme e il Giro d’Italia, nella Sala Nugnes, in via Verdi, nel palazzo del consiglio comunale, alle 17. Cittadini attivi chiederanno che i consiglieri manifestino attenzione per la difesa del popolo palestinese sotto pluridecennale occupazione militare israeliana e per la difesa del diritto internazionale. La proposta è di un ottenere un ordine del giorno del Comune di Napoli a tutela del popolo palestinese di Gaza, di condanna dei massacri di cui è vittima e dello sport washing di cui si è macchiata l’edizione 2018 del Giro d’Italia, con le tappe in Israele.


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