ANAS / ECCO IL NEO PRESIDENTE CASCETTA, LO ZAR DI TUTTI I TRASPORTI

E’ il nuovo zar dei trasporti. Gomma, ferro, acqua non c’è ormai limite al suo impero. Dalle autostrade alle linee metro fino ai collegamenti marittimi, ecco la irresistibile ascesa di Ennio Cascetta, napoletano, fresco presidente di Anas, a sua volta appena entrata nel ventre delle Ferrovie dello Stato. Va ad affiancare il riconfermato amministratore delegato e direttore generale Gianni Vittorio Armani.

Un momento bollente, quello di Ferrovie, alle prese non solo con l’affare Anas ma soprattutto con la malagestione, che dura ormai da anni, delle sue linee, come dimostra in modo clamoroso la tragedia di Pioltello. E con il mare di investimenti destinato solo all’Alta velocità mangiamiliardi, fregandosene altamente dei pendolari costretti a viaggiare come sui carri bestiame. In più, c’è la rogna della concorrenza di Italo, che batte Ferrovie nella corsa verso piazza Affari, con una quotazione prevista già per la fine di febbraio.

ALLA GUIDA DEL METRO’ PIU’ CARO DEL MONDO

Ma torniamo allo zar dei trasporti made in Italy. Che comincia il suo decollo con il ‘compagno’ – sic – Antonio Bassolino, suo grande sponsor in qualità di presidente della giunta regionale della Campania, inizio anni 2000.

Lui, ‘O Professore, docente di Pianificazione dei Sistemi di trasporti all’università Federico II di Napoli e anche al prestigioso MIT di Boston, a palazzo Santa Lucia non può che occupare la poltrona di assessore regionale ai Trasporti.

La metropolitana di Napoli. In alto Ennio Cascetta

La metropolitana di Napoli. In alto Ennio Cascetta

E’ sotto le protettive ali di Cascetta che prende corpo il progetto esecutivo delle tratte strategiche della metropolitana di Napoli, iniziato addirittura nel 1976, poi rallentato paurosamente strada facendo, ritrovando vigore col suo assessorato. Ed è di un paio di mesi fa l’ennesima carica nel suo pedigree: proprio quella di presidente di Metronapoli.

Una nomina letta da non pochi addetti ai lavori per affrontare il rush finale di un’opera da sempre al centro di roventi polemiche, come la Voce ha più volte documentato (potete leggere cliccando sui link in basso): alle prese cioè con colossali sprechi, costi elevatissimi (i più alti a livello internazionale per una simile infrastruttura, 400 milioni di euro a chilometro, quasi il doppio di quello romano), sicurezza come optional, varianti in corso d’opera ad ogni piè sospinto, sorprese geologiche, subappalti chiacchierati, un processo in corso per il crollo di un palazzo storico nel cuore di Napoli che ha rischiato di provocare una strage quattro anni fa e chi più ne ha più ne metta. “Ci voleva alla guida un uomo di peso che potesse fare anche da parafulmini e avere rapporti ottimi a livello ministeriale”, viene ancora commentato.

CAPO MISSIONE NEL DOPO INCALZA AL MINISTERO

E Cascetta ha sempre coltivato rapporti preferenziali con i ministri che si sono succeduti ai trasporti. In ultimo Graziano Delrio, che lo ha voluto come capo della “Struttura tecnica di missione per l’indirizzo strategico, lo sviluppo delle infrastrutture e l’Alta sorveglianza” al ministero di Porta Pia. Una poltrona prima occupata da uno dei ras della nomenklatura di Stato, Ercole Incalza, coinvolto (ma l’ha subito fatta franca) nella maxi inchiesta sugli appalti pubblici per grosse infrastrutture avviata tre anni fa dalla Procura di Roma e che vide rimbalzare, fra le carte, anche il nome di Francesco Pacini Battaglia, il faccediere “a un passo da Dio” come lo definiva il suo pm Antonio Di Pietro (che l’ha però lasciato andare libero come un fringuello), il quale occupò nel 2007 – governo Prodi – proprio la poltrona di ministro dei Trasporti, in precedenza appannaggio del berlusconiano Pietro Lunardi, progettista principe, con la sua Rocksoil, di alcune tratte del metrò partenopeo.

Pierfrancesco Pacini Battaglia

Pierfrancesco Pacini Battaglia

Ma torniamo a zar Cascetta. L’ottimo rapporto con i vertici ministeriali dei trasporti e in particolare con Delrio è testimoniato da un altro incarico ottenuto la scorsa estate: ossia quello di amministratore unico di RAM, acronimo di Rete Autostrade Mediterranee, un organismo nato nel 2004 come società in house dello stesso ministero per attuare il Programma Nazionale delle Autostrade del Mare. Il capitale di Ram fa capo al ministero dell’Economia e delle Finanze, e il suo obiettivo è quello di migliorare e valorizzare le reti di trasporto marittimo a corto raggio, nel bacino del Mediterraneo.

Antonio Di Pietro.

Antonio Di Pietro.

Mesi di gloria, dunque, gli ultimi per Cascetta. Tre poltronissime in un breve arco di tempo. “E’ la sua incoronazione – commentano al ministero – è sempre stato un uomo di grosso potere che però ha preferito evitare le luci della ribalta. Le sue conoscenze, le sue amicizie, i suoi legami sono sempre stati di altissimo livello, ma nell’ombra dei salotti e degli ambienti che contano”.

E anche a livello internazionale. Del resto, erano soliti raccontare gli inviati della stampa estera in transito a Napoli, ai tempi del suo assessorato a palazzo Santa Lucia: “è l’unico che parla l’inglese”. Ottimo e abbondante. Forse anche per una futura corsa al vertice dello stesso palazzo Santa Lucia: e già in un paio di tornate il suo nome ha fatto capolino nella rosa dei papabili eccellenti.

Ora può godersi le sue poltrone. A cominciare da quella, fresca come una sfogliatella napoletana, griffata Anas. Appena fusa in Ferrovie: un’operazione ancora tutta da scoprire e decodificare, con una lunga serie di interrogativi lungo il percorso grossi come macigni.

Potrà aiutare l’esperienza di zar Cascetta? Staremo a vedere.

 

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