Fisco bollente, evasioni & favori, ‘O Sistema dentro il Sistema Equitalia, alti funzionari al servizio dei potenti di turno. Di tutto e di più nell’inchiesta della procura di Roma che sta producendo i primi risultati da novanta. Nel mirino, tra i pezzi grossi, per fare solo due esempi l’ex ministro del Bilancio Paolo Cirino Pomicino e il patròn della Lazio Claudio Lotito.
Eppure i media nazionali tacciono, si imbavagliano. Da segnalare solo un articolo sul Secolo XIX di Genova che fa capo al cosiddetto gruppo De Benedetti (o ex) e non su consorella Repubblica, che però ne scrive nella cronaca romana: misteri della sempre più comatosa carta stampata. E le tivvù di casa nostra, naturalmente, alzano una possente cortina di silenzio.
AMICI MIEI, ENTRATE ENTRATE
Eccoci ai fatti. La procura capitolina – stavolta meno dormiente del solito – apre un fascicolo sulle mazzette griffate Equitalia. Sotto i riflettori la gestione dell’agenzia romana delle Entrate, per anni diretta da Gabriella Alemanno, sorella dell’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno.
Partiamo dal primo, concreto risultato. Alla fresca udienza preliminare che si è tenuta davanti al gup
Paola Di Nicola è stato condannato a 2 anni per abuso d’ufficio il direttore regionale di Equitalia, Alessandro Migliaccio, mentre è stata rinviata a giudizia Gabriella Alemanno.
Nella sua motivazione, il gup Di Nicola non ha peli sulla lingua per descrivere ‘O Sistema cresciuto rigoglioso nei piani alti di Equitalia.
“Quello che si legge dalle intercettazioni – mette nero su biabco – con un linguaggio neanche allusivo, ma molto spesso diretto e inequivoco, è un continuo contesto di favori, un mercimonio della pubblica funzione per interessi economici e personali”.
Il pm Stefano Fava ha raccolto una montagna di documenti, carte e intercettazioni, basandosi sulle approfondite indagini delle Fiamme gialle. Un contesto che la dice lunga su richieste & concessioni di favori, con una pubblica amministrazione geneflussa di fronte ai voleri dei potenti di turno. A quanto pare, però, il pm Fava non sarebbe riuscito – almeno per ora – ad individuare elementi tali da risultare “penalmente rilevanti” nei confronti dei papaveri, dei Paperoni che per aggirare il fisco le hanno studiate di tutte.
In attesa di qualcosina in più, sotto il profilo penale, vediamo alcuni casi.
DAL NUMERO UNO DELLA LAZIO A ‘O MINISTRO
Tra le richieste che gli 007 del reparto speciale di polizia valutaria della guardia di finanza definiscono “questione di vario ordine”, c’è il caso del numero uno della Lazio. Così si legge nell’informativa: “Claudio Lotito e Migliaccio intrattengono numerosi contatti aventi a oggetto posizioni debitorie verosimilmente a titolo personale e anche in qualità di presidente della S.S. Lazio”.
A quanto pare l’ammontare del debito fiscale del primo si aggira intorno ai 100 milioni di euro.
Divertente un siparietto tra Lotito e Migliaccio a proposito di tre amici del presidente laziale che hanno qualche problemino da risolvere.
Lotito: “Il 28 è il termine ultimo per capire questo, ma voi cosa togliereste?”
Migliaccio: “Gli interessi di mora e poi gli interessi di ritardata iscrizione al ruolo. E’ una valutazione. Dipende da ciò che si ha in cassa”.
Lotito: “Senza garanzie, no?”.
Migliaccio: “Sempre senza garazie da noi. Non vi preoccupate. Se poi è persona sua ci mancherebbe altro. Ce l’abbiamo la garanzia…”.
Passiamo a ‘O Ministro Pomicino, che di pubblica amministrazione – in qualità di titolare della Funzione Pubblica prima e del Bilancio poi a cavallo tra gli anni ’80 e ’90 – è un vero intenditore. E a quanto pare nelle carte raccolte dalle fiamme gialle Pomicino – in alcune conversazioni telefoniche – viene chiamato proprio con il nomignolo di ‘O Ministro.
Ecco un passaggio del rapporto: “Migliaccio invia per email a Cirino Pomicino gli estratti ruolo riferiti a due cartelle di pagamento, destinate a Pomicino e alla compagna, probabilmente andate disperse. Il dirigente Equitalia (Migliaccio, ndr) si mette a disposizione consigliando di scrivere una autodichiarazione che poi lui stesso girerà al Comune”.
Quando lo Stato è un vero amico del contribuente vessato…
POI AMBIENTALISTI DOC & TOGHE ECCELLENTI
E siamo ad un terzo caso, quello dell’ex senatore Pd e verde doc (è stato per anni ai vertici di Legambiente) Roberto Della Seta. Il quale – secondo la ricostruzione del reparto speciale – “sana la propria posizione nei confronti di Equitalia con l’assistenza di Migliaccio ed in virtù della disponibilità ricevuta chiede allo stesso di ricevere il cugino”. Il cugino, infatti, è titolare di una società, Taiker, che ha dei problemi con il fisco: un poverocristo il quale vive una situazione che “vuole risolvere ma non ci riesce”.
Da un ex senatore all’altro, siamo al caso di Rosario Costa, Forza Italia. Stavolta si tratta di un favore personale relativo al trasferimento di una amica.
Così precisano le Fiamme gialle: Costa “contatta Migliaccio in relazione al trasferimento del dipendente di Equitalia Emanuela Danese”.
Non possono mancare i vip dello spettacolo, nella list dei favoriti di Equitalia. Stavolta a bussare alla dorata porta di Migliaccio è la moglie di Beppe Fiorello, Eleonora Pratelli, che ha solo bisogno le diano una guardatina (alle carte). E di ottenere “una verifica – specificano i finanzieri – al fine di metterla in condizione di valutare l’opportunità di saldare il dovuto usufruendo dei benefici previsti dalla sanatoria”. Che male c’è? Cosa che può fare tarnquillamente un ragioniere. Meglio comunque, se si può, andare alla fonte. E, trovandosi, i Fiorello chiedono un parere anche per la cognata, Susanna Biondo, consorte di Beppe Fiorello.
All’appello non mancano le toghe eccellenti. Come il giudice del Consiglio di Stato Oberdan Forlenza, una vita nella magistratura partenopea, attivista di Magistratura Democratica, poi assessore al Comune di Napoli, quindi consigliere di Stato. Anche lui bisognoso di consigli dal prodigo Migliaccio.
Sorge spontanea la domanda. Le posizioni di lorsignori, sotto il profilo penale, sono tutte da valutare. E soprattutto da approfondire.
Ma sotto quello civile, amministrativo, fiscale per non parlare di quello morale, proprio niente da dire, tutto ok? Se un autentico poverocristo sbaglia una dichiarazione dei redditi o per errore non paga cento euro passa i sorci verdi: perchè a questi e a tanti altri vip neanche il solletico?
Misteri del fisco e della giustizia di casa nostra.
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