GIALLO VASSALLO / PRONTA L’ARCHIVIAZIONE PER FINE FEBBRAIO 

Il giallo del sindaco-pescatore di Pollica rischia di trasformarsi a breve nell’ennesimo buco nero del nostro Paese, un altro caso di giustizia negata per la gioia di killer e mandanti.

Tra poco più di un mese, infatti, scade la proroga delle indagini per l’assassinio di Angelo Vassallo, indagini che hanno sempre visto un solo inquisito, l’italo brasiliano Bruno Humberto Damiani, uno spacciatore che ai tempi del crimine, ottobre 2010, operava nell’area cilentana.

Secondo i rumors della procura partenopea si va dritti verso l’archiviazione, perchè a niente sarebbero approdate le attività inquirenti svolte dal pm Rosa Volpe, “inviata speciale” del Csm a Salerno proprio per coordinare quel lavoro.

Eppure si è ricorsi anche alla prova del Dna per arrivare a una qualche conclusione: un test eseguito su 94 persone ma, a quanto pare, senza alcun esito. Come senza esito, in questi anni, altre ricerche su tracce biologiche e impronte digitali sulla scena del crimine.

Ennesima prova, quella balistica effettuata su una pistola. E anche qui fumata nera.

In precedenza gli inquirenti avevano già fatto ricorso al cosiddetto “esame dello stube” a carico di Damiani, ma con un esito negativo.

Così commenta un avvocato di Salerno: “è un caso bollente, sul quale nessuno ha mai voluto far luce perchè verrebbero fuori delle storie molto imbarazzanti sugli affari della droga e le coperture anche ad alto livello godute in questi anni. Sembra che Vassallo fosse venuto a conoscenza di cose molto pericolose, su cui aveva cominciato ad indagare e che hanno causato la sua uccisione. Chi tocca certi fili muore”.

La famiglia e il fratello Dario Vassallo, però, non si danno per vinti. E la Fondazione intitolata al sindaco pescatore ha appena proposto la creazione di una commissione parlamentare d’inchiesta sul caso: “abbiamo in pochi giorni raccolto on line 14 mila firme – racconta Dario – non sono poche per un Paese distratto come il nostro, al quale certe questioni sembrano non interessare più”.

E non esclude, Dario, una sua prossima candidatura elettorale. “Non mi interessa il partito – dichiara – sono disposto a sedermi a tavola anche con il diavolo se questo potrà servire a continuare a cercare la verità”.


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