Il Bene Lavoro di Tiziana Ciprini a Palazzo San Macuto – Una riflessione corale sul lavoro andata ben oltre i confini della presentazione.
La distinzione fra lavoratori stabili, con contratto a tempo indeterminato, ed i precari? Un concetto ormai senza senso, visto che l’abolizione dell’articolo 18 ha reso licenziabili – e quindi precari – anche coloro che un tempo potevano essere considerati col posto fisso.
E‘ solo una fra le numerose, stringenti analisi che il professor Domenico De Masi ha pronunciato nel lungo incontro pubblico di ieri a Palazzo San Macuto in occasione della presentazione di “Il Bene Lavoro”, il libro di Tiziana Ciprini aperto dalla lunga prefazione dello stesso, noto sociologo. «A ben guardare – ha aggiunto ad esempio il professore – sono sempre i figli dei ricchi ad avere ancora oggi il cosiddetto posto fisso, e sono proprio tutti coloro che lo criticano ad averlo e a mantenerlo ben stretto, per sé e per i propri discendenti».
«Quanto alle percentuali degli occupati – ha precisato il docente, proseguendo nel suo impietoso sguardo sulle dinamiche occupazionali in atto – dico sempre ai miei studenti di non fermarsi al dato trimestrale: se partiamo dal 2001, governo Berlusconi, gli occupati in Italia erano il 57,1%. Un dato basso, a fronte del quale negli anni successivi sono state messe in campo dagli esecutivi azioni come la Legge Biagi, riduzione del cuneo fiscale, abolizione dell’articolo 18, fino al Jobs Act che ci è costato 16,7 miliardi di euro. Il risultato? La percentuale degli occupati oggi, nel 2018, è del 58,4 per cento, con un incremento minimo, specie se confrontata al dato della Francia, col 70% circa degli occupati, o della Germania, con 79%».
Una evento dunque, quello di ieri condotto dalla giornalista Rita Pennarola, andato ben oltre i confini classici della presentazione di un libro, per trasformarsi in un momento di riflessione collettiva sui temi più attuali dei governo e del lavoro, grazie al contributo offerto non solo da De Masi, ma anche dal libro di Tiziana Ciprini, già improntato alle future linee programmatiche del Movimento 5 Stelle in tema di lavoro, dei relatori Nino Galloni ed Ilaria Bifarini, e del vasto pubblico (giornalisti, addetti ai lavori e comuni cittadini), più che mai attento e partecipe, nell’ampia, vivacissima discussione che ha fatto seguito alle relazioni.
«Questo libro – ha detto Tiziana Ciprini – vuole essere anche il segno reale del cambiamento portato nelle massime istituzioni elettive dall’arrivo, cinque anni fa, del Movimento 5 Stelle, con uno svecchiamento complessivo dei rappresentanti, tanto a Montecitorio quanto a Palazzo Madama: un ricambio generazionale, dunque, della gerontocrazia al governo da decenni, con il valore aggiunto di una componente femminile numericamente e qualitativamente rilevante, a rimarcare la profonda differenza rispetto a quanto accadeva in passato». «Le donne – ha ribadito Ciprini, riprendendo il lungo capitolo del suo libro dedicato alla condizione di vita e di lavoro delle madri – non hanno bisogno di “quote rosa”, ma di leggi rigorose contro il divario retributivo di genere, tuttora presente, e di strutture che consentano alla famiglia di conciliare lavoro e cura dei figli, altrimenti si resta impantanati nella attuale condizione in cui, con la carenza di asili nido statali, pagare la retta di quelli privati rende obbligatorio per la coppia o non avere figli, o dover rinunciare al lavoro». Di qui l’analisi sul pauroso calo delle nascite in Italia e sulle cause alla base del regresso degli indicatori demografici.
Di tutto rilievo, poi, l’intervento di Nino Galloni a partire dal “reddito di cittadinanza”, con un’originale ricognizione sui nuovi posti di lavoro in comparti come l’agricoltura, con i giovani che sempre più numerosi tornano alla cura della terra e dell’ambiente; mentre Ilaria Bifarini ha scandagliato i buchi neri del neoliberismo imperante, letto come la forma moderna di uno schiavismo che ha radici antiche nel culto estremizzato del lavoro.
IL VIDEO della presentazione a Palazzo San Macuto
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