MOBILITA’ A NAPOLI / CONCORDATO O CRAC? DECIDE IL TRIBUNALE

Trasporti a Napoli, è allarme rosso. Il carrozzone targato ANM, ossia l’azienda napoletana per la mobilità, viaggia verso il concordato preventivo, accompagnata da una montagna di debiti dopo anni e anni di gestioni allegre. 150 milioni il rosso calcolato dagli esperti e che ora passa al vaglio del tribunale partenopeo, che dovrà appunto decidere se aprire le porte o meno al concordato preventivo. L’alternativa è solo il crac, il fallimento.

Se viene accettata la strada del concordato, lo stesso tribunale nominerà uno o più curatori, affinchè venga redatto, nell’arco di 60-120 giorni, un piano di rientro e di pagamento dei debiti. In questo modo si potrebbero ‘salvare’ i 100 milioni di euro che la Regione dovrebbe stanziare.

Ma una domanda sorge spontanea: verrà mai deciso un autentico piano di risanamento, cosa del tutto impossibile fino ad oggi per la consueta giungla clientelar-affaristica che è proliferata dentro e intorno alla municipalizzata dei trasporti made in Napoli? Chi prenderà mai il toro per le corna? E chi vorrà individuare, una buona volta, i responsabili dell’assalto alla diligenza per far pagare il conto? Da tener presente anche le svariate inchieste della Corte dei Conti, del resto non nuova alle sorprese contabili tra le pieghe dei bilanci comunali e delle varie società partecipate.

E proprio il Comune di Napoli e la Regione Campania hanno evitato il crac di fine anno. E devono ringraziare le gentili concessioni della finanziaria salvatutti, che ha spalmato su addirittura vent’anni i colossali debiti maturati fino ad oggi!

Commenta un avvocato amministrativista: “In questo modo sarebbe in grado di amministrare Comune e Regione anche il mio nipotino di sei anni. Spendi in modo dissennato, fai regali a tutti come una volta la Dc, prendi i soldi pubblici e scappi. Poi il Governo fa finta di niente, se ne frega anche delle sentenze della Corte dei Conti e saluta tutti fra vent’anni”.


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