Non solo toghe che pretendono minigonne e tacchi a spillo per le aspiranti magistrate. Adesso anche con la passione per i bolidi da corsa, bolidi che possono risultare fatali.
E’ il caso dell’autista, Vito Rotunno, di un magistrato, Giuseppe Colonna, presidente della Corte d’appello di Bologna.
Ecco cosa è successo. Colonna ama non solo le rosse ma ha una passione sfrenata per la Lamborghini. Un mese fa, quindi, con tutta la famigliola fa gita al quartier generale della casa automobilistica, a Sant’Agata Bolognese, dove viene accolto con tutti gli onori.
Quindi tutti in pista. La prima vettura, una Huracan di ultima generazione, 600 cavalli, è affidata alle esperte mani dell’autista. Una seconda ad un pilota della scuderia, con un navigatore d’eccezione, il presidente della Corte d’Appello felsinea. Mentre su una terza si accomodano i nipotini ventenni.
Tutti allegri e via. Ma ecco la tragedia. La prima vettura impatta con violenza contro un mezzo pesante. Nello schianto muore Rotunno.
Alcuni parlamentari di Scelta Civica hanno presentato al ministro della Giustizia Andrea Orlando un’interrogazione dove viene presentato uno scenario poco chiaro. La prestigiosa griffe automobilistica, infatti, è sotto inchiesta, proprio a Bologna, per la morte di un pilota, Andrea Mamè, deceduto in Francia a bordo di una vettura della casa. A luglio scorso l’assoluzione, ma la Procura Generale e la famiglia hanno fatto ricorso per cui la vicenda è ancora aperta. C’è poi un filone civile, per un risarcimento danni da 10 milioni di euro. E un’udienza si era tenuta appena due giorni prima del tour in pista dell’alto magistrato e della famigliola.
Sorgono spontanee alcune domande. Perchè mai quella visita eccellente? Chi l’ha autorizzata? Perchè non è stata fatta firmare una liberatoria in caso di incidente? Come mai Rotunno non indossava la cintura di sicurezza?
La parola adesso passa al pm incaricato delle indagini, Antonello Guastapane. Un collega, evidentemente, della toga che ama le rosse.
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